Attualità martedì 26 settembre 2023 ore 21:50
Due fegati sani da uno malato, solo in Toscana si può
Nel 2021 a Pisa il primo caso al mondo, poi altri 15 consecutivi con una sopravvivenza a un anno del 92%. Nuova pagina nella terapia oncologica
PISA — Era il 2021 e l'Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa comunicava il primo caso al mondo in cui erano stati ottenuti due fegati sani a partire da uno malato in una paziente con 35 metastasi epatiche da neoplasia del colon. Ebbene da allora sono stati effettuati 15 casi consecutivi, con sopravvivenza a un anno del 92%, e la notizia è oggetto della pubblicazione sulla rivista scientifica Cancers in cui si stabilisce un primato toscano scientifico che apre una nuova pagina nella terapia oncologica.
La storia naturale del tumore al colon retto multi-metastatico al fegato prevede una probabilità di ripresa della malattia fino all’80% nei primi due anni dopo la chirurgia. L’aumento dell’aspettativa di vita con i nuovi protocolli chemioterapici apre alla nuova sfida di mantenere la qualità della vita dopo la recidiva della malattia e di offrire successive opzioni terapeutiche, ove fattibili.
Per questo motivo è stata messa a punto una strategia chirurgica che risparmi il fegato e che, allo stesso tempo, riduca il rischio della recidiva nella sua zona vitale. Casi selezionati di metastasi colon-rettali sono stati trattati con la mesoepatectomia dei segmenti 1 e 4 in blocco con la vena sovraepatica mediana.
Questa resezione epatica comporta l’asportazione di un piccolo volume di fegato ma induce un'importante modifica della vascolarizzazione intraepatica trasformando il fegato in un organo pari (ossia che ha il proprio omologo in posizione simmetrica). Successivamente possono essere integrate complesse procedure di chirurgia del risparmio d’organo con le tecniche di accrescimento del volume del fegato per preservare entrambi i fegati ottenuti oppure farne crescere uno, grazie alla presenza dell’altro, che viene asportato (perché malato) solo quando il fegato sano ha raggiunto un volume adeguato ad assicurare le funzioni vitali.
"Si tratta di un percorso terapeutico estremamente complesso che può essere realizzato solamente all’interno di un ambiente multidisciplinare esperto, che comprende oncologi, anestesisti, radiologi, medici nucleari, epatologi, patologi e chirurghi dedicati, oltre a tutto lo staff infermieristico e tecnico. Infatti - sottolinea una nota dell'Aoup - il gruppo multidisciplinare dell’Aoup è cresciuto insieme negli ultimi 10 anni maturando un’altissima competenza nel valutare costantemente il corretto bilancio dei rischi e dei benefici di questo nuovo trattamento e decidere anche il momento preciso in cui applicarlo".
“Si tratta di coniugare la chemioterapia con una chirurgia estremamente complessa - puntualizza il dottor Lucio Urbani che ha coordinato tutti i professionisti responsabili della nuova chirurgia epatica e coautori della pubblicazione scientifica - ed è fondamentale l’interazione tra professionalità tanto esperte, perché più le terapie sono complesse e più devono essere personalizzate e su misura per ogni paziente".
Sulla base dei dati pubblicati, questo approccio chirurgico può rappresentare una nuova opzione per i pazienti affetti da metastasi epatiche colon-rettali. Il gruppo multidisciplinare dell’Aoup è l’unico in grado di integrare le più complesse procedure chirurgiche di risparmio d’organo con le tecniche di incremento del volume del fegato superando la rigenerazione epatica sino ad ora conosciuta.
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