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Attualità venerdì 09 maggio 2025 ore 12:00

Ferite croniche, verso il primato mondiale per diagnosi e cura

Il gruppo di ricerca del progetto Wound
Il gruppo di ricerca del progetto Wound

Il progetto di ricerca Wound ha portato gli studiosi toscani ad aprire nuove frontiere di trattamento per chi è afflitto da questa problematica



PISA — Nuove frontiere diagnostiche e nuove tecnologie terapeutiche, in una prospettiva di primato mondiale conquistato da studiosi toscani per individuazione e cura delle ferite croniche: avviene grazie al progetto Wound, condotto in collaborazione tra la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Inail, Auxilium Vitae e Università di Pisa e che potrebbe cambiare in modo radicale la diagnosi, la gestione e la terapia di questo tipo di problematica.

Il progetto di ricerca punta a sviluppare nuove tecnologie per accelerare la guarigione delle ferite croniche, problema che affligge un elevato numero di persone e che comporta costi notevoli a carico del sistema sanitario (un miliardo di euro all’anno, solo in Italia). Supportato tecnicamente da Inail, vede coinvolti Emanuele Gruppioni, Direttore Area ricerca del Centro Protesi, e Elisa Taglione, Direttore sanitario del Centro di riabilitazione motoria di Volterra.

“Grazie ai risultati promettenti ottenuti fino a questo momento, e alla collaborazione con centri clinici di prim’ordine - dichiarano in una nota Leonardo Ricotti e Andrea Cafarelli, rispettivamente docente e ricercatore del Regenerative Technologies Lab della Scuola Superiore Sant’Anna, a capo del progetto Wound - abbiamo la possibilità di essere i primi al mondo a proporre sistemi diagnostici quantitativi e nuove tecnologie terapeutiche che abbiano un impatto davvero importante sui pazienti affetti da ferite croniche". 

"Grazie a una proficua collaborazione tra bioingegneri e clinici, confidiamo di ottenere risultati di livello internazionale e di grande impatto sulla salute di tante persone”, annunciano. 

Le ferite croniche: che cosa sono e quante persone colpiscono

Le ferite croniche rappresentano una sfida crescente per la salute pubblica. Le più comuni sono le ulcere da pressione, le ulcere venose, le ulcere diabetiche e le ferite post-chirurgiche complicate. Si stima che in Europa oltre 2 milioni di persone convivano con una ferita cronica, un numero destinato ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle patologie croniche come il diabete. 

L'impatto sul sistema sanitario è significativo: queste ferite richiedono cure continue, aumentano il rischio di infezioni gravi e allungano i tempi di degenza ospedaliera, generando costi elevati e riducendo la qualità della vita dei pazienti.

Il meeting tecnico, che si è svolto presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna, è stato l’occasione per tracciare i prossimi obiettivi del progetto. Nell’ultimo anno e mezzo infatti, il Regenerative Technologies Lab dell’Istituto di BioRobotica ha sviluppato e testato in laboratorio, con successo, alcune tecnologie quali sistemi di stimolazione ultrasonica ed elettromagnetica, patch intelligenti per terapie innovative, e sistemi di elaborazione dati utilizzabili per una diagnostica avanzata e quantitativa

Nei prossimi mesi, si punterà alla traslazione clinica di alcune di queste tecnologie, grazie al personale del Centro di Riabilitazione Motoria Inail di Volterra, di Auxilium Vitae Volterra e dell’Unità di Dermatologia dell’Università di Pisa.

Il gruppo di ricerca coinvolto nel progetto

Il progetto Wound include professionalità provenienti da contesti medici e di ricerca scientifica: 

  • per la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa sono coinvolti Leonardo Ricotti, Andrea Cafarelli, Bianca Cioni, Giorgia Romano, Francesco Iacoponi, Angela Sorriento, Francesco Nocilla, Carlotta Pucci, Erika Roventini, Sofia Sirolli, Mattia Biagi, e Alessandra Coviello
  • per il Centro di Riabilitazione Motoria Inail di Volterra partecipano al progetto Elisa Taglione, Daniele Onnis, Ilaria Creatini, Silvia Bianchi, Antonio Miceli, Monica Baldi e Ilaria Cabizzosu
  • per Auxilium Vitae Loredana Voci, Aurora Grandoli e Samuele Bigazzi
  • per l’Unità di Dermatologia dell’Università di Pisa Marco Romanelli e Alessandra Michelucci

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