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Attualità venerdì 12 dicembre 2025 ore 15:40

Connessi online ma lontani da sé stessi

L'uso eccessivo dei social e le ripercussioni di questa abitudine sui giovani al centro di uno studio delle Università di Firenze, Pisa e Toledo



PISA-FIRENZE — L'uso eccessivo dei social network può avere ripercussioni sui giovani, che rischiano di sentirsi meno connessi al proprio corpo. E' quanto rivela uno studio delle Università di Firenze, Pisa e Toledo, che dimostra come l’uso problematico dei social possa aumentare il distacco corporeo e l’immersione nella fantasia, con il risultato di percepirsi più distanti dalla propria esperienza fisica. 

Secondo lo studio pubblicato sul Journal of Behavioral Addictions, e firmato da Silvia Casale dell’Università di Firenze, Simon Ghinassi dell’Università di Pisa e Jon D. Elhai dell’University of Toledo negli Stati Uniti, l’uso problematico dei social media non influisce solo sull’attenzione o sull’umore: può favorire nel tempo il distacco dall’esperienza corporea. 

La ricerca è stata condotta su 216 studentesse e studenti universitari italiani tra i 18 e i 33 anni in due momenti, a distanza di quattro mesi, tra il 2023 e il 2024. Oltre la metà dei partecipanti ha dichiarato di trascorrere almeno due ore al giorno sui social. Instagram è risultata la piattaforma più usata, seguita da TikTok, e in misura minore da X e Reddit.

“Quello che la ricerca chiarisce per la prima volta è la direzione del legame tra dissociazione corporea e uso problematico dei social – spiega Simon Ghinassi – I risultati suggeriscono che non è il sentire il proprio corpo estraneo a portare a perdere il controllo sul proprio uso dei social. Succede il contrario. È l’uso compulsivo dei social cosiddetti appearance-based, per esempio Instagram, che, nel tempo, porterebbe ad un aumento del distacco dal proprio corpo”.

“Il funzionamento delle piattaforme social – basato sull’editing e la manipolazione di immagini di sé – spinge a rappresentarsi attraverso una versione modificata del proprio corpo, a identificarsi temporaneamente con un’immagine idealizzata di sé e, al tempo stesso, a guardarsi da una prospettiva esterna, come se si fosse osservatori di sé stessi. Con il tempo, questa visione in terza persona può favorire un distacco dal proprio corpo e alimentare esperienze di dissociazione” aggiunge Silvia Casale.

Ma questo, sempre secondo lo studio, sarebbe è l’unico “effetto collaterale” di un uso problematico dei social. Favorire la concentrazione sui mondi immaginari a discapito di quelli reali è infatti un'altra possibile conseguenza. Si tratta di un fenomeno noto come assorbimento immaginativo: la tendenza a lasciarsi trascinare e immergersi nelle proprie fantasie portando a una ridotta consapevolezza di ciò che ci circonda. Anche in questo caso "l'antidoto", sempre secondo lo studio, è promuovere un uso più consapevole dei social media, considerando i possibili effetti negativi nel rapporto con le proprie esperienze corporee e con il mondo circostante.


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