Attualità giovedì 27 novembre 2025 ore 15:15
Oscar green a micro ortaggi e serre intelligenti

Territorio e innovazione: il riconoscimento di Coldiretti premia idee e progetti degli imprenditori toscani under 35
TOSCANA — Dagli ortaggi in miniatura alle serre intelligenti, dal vivaio sociale al mulino-laboratorio. Sono alcune delle idee e dei progetti imprenditoriali premiati con l'Oscar green, il riconoscimento promosso da Giovani Impresa Coldiretti e dedicato agli imprenditori under 35.
Giovani imprenditori che legando territorio e innovazione, si fanno portavoce di un settore che si apre a nuovi orizzonti.
Negli ultimi dieci anni, in Toscana le imprese under 35 sono cresciute del 9%, un dato incoraggiante che non tiene “ancora” conto delle 400 nuove imprese nate grazie delle risorse dell’ultimo bando della Regione Toscana da cui arriverà una spinta non solo in termini anagrafici.
La premiazione è avvenuta al Nartuart Village di Pistoia alla presenza del delegato nazionale del movimento giovanile di Coldiretti, Enrico Parisi e del sottosegretario della Regione Toscana, Bernard Dika.
Le cinque imprese under 35 premiate con l’Oscar Green sono simbolo di un settore in continua evoluzione.
Il Premio Impresa Digitale e Sostenibile è andato alla serra intelligente di Stefano Bondielli (La Beppina – Massa)
Le serre? Sono intelligenti. Si “adattano” alle mutevoli condizioni climatiche (esterne ed interne) attraverso un sistema autonomo di schermi termici e paratie laterali che lasciano filtrare l’aria e la luce a seconda delle necessità, creando dei veri e propri microclimi e garantendo, anche in assenza dell’agricoltore, le condizioni ottimali allo sviluppo e alla crescita delle piante. Ma fanno molto di più: raccolgono l’acqua piovana (e le condense) mediante un sistema di canaline distribuite su tutta la superficie che viene immagazzinata e riutilizzata per l’irrigazione e la concimazione con un notevole risparmio sulle bollette. L’intelligenza artificiale sarà sicuramente il prossimo step anche per il florovivaismo ma l’agricoltura di precisione fa già parte del presente dell’azienda La Beppina di Massa (Ms) di Stefano Bondielli (33 anni): un altro millennial con entrambi i piedi nel futuro. Il core business della sua azienda è la produzione di piante in vaso e fiorite come ortensie, gerani, aromatiche, stelle di Natale e così via. Figlio d’arte (il padre è uno storico floricoltore massese), Stefano gestisce e controlla gran parte della vita della sua serra mediante una centralina a cui fornisce, sulla base delle coltivazioni e del periodo, indicazioni e dati. “Controlliamo le temperature dei tre settori, la velocità del vento, la luce ed addirittura se all’esterno piove o meno. – spiega Bondielli - D’estate, per esempio, quando è caldo si aprono per arieggiare l’ambiente, oppure si abbassano per trattenere il calore o evitare sbalzi termici improvvisi quando non siamo presenti nelle serre”. Fare agricoltura oggi significa integrare uomo e macchina. “Siamo la cinghia di trasmissione naturale tra l’agricoltura tradizionale ed un’agricoltura contemporanea”. L’agricoltura di precisione va di pari passo con la sostenibilità che per Stefano è “non usare pesticidi, fitosanitari o insetticidi che sono stati sostituiti con la lotta biologica”, recuperare ed utilizzare l’acqua per alimentare il sistema di irrigazione goccia a goccia e flusso-reflusso. “Lo scorso anno, grazie a questo sistema, non abbiamo attinto nemmeno una goccia dai pozzi con un risparmio notevole sui costi energetici. Lo stesso vale per i concimi che possono essere reimpiegati con risparmio del 40%”. Il florovivaismo è entrato nell’era 4.0.
Il Premio + Impresa è andato agli ortaggi in miniatura di Manuel Brasini (Green Essence - Magliano in Toscana)
Piccoli, super-nutrienti e sostenibili. Manuel Brasini, 27 anni, imprenditore di prima generazione di Magliano in maremma, coltiva benessere. I suoi micro-greens vivi, veri e propri ortaggi in miniatura, sono il super-food vegetale del futuro. Ma sono già il core business della sua azienda, la Green Essence. Sapore deciso, alta concertazione nutrizionale (vitamine, sali minerali) superiore anche 40 volte agli ortaggi in scala 1:1, utilizzo minimo di terra e acqua: rucola, ravanello, cavolo, carota, mais in versione mini, già molto richieste dal settore della ristorazione moderna, stanno entrando nelle case anche dei consumatori attraverso la vendita diretta ed i mercati contadini. Bastano pochi centimetri per avere a portata tutto il gusto, la freschezza e l’energia dell’orto. Una sfida imprenditoriale figlia della sua curiosità: “Il posto fisso non faceva per me. Dopo un’esperienza in Germania sono voluto tornare nella mia terra per avviare un’attività tutta mia e sfruttare le competenze del diploma in agraria. Sono partito da sotto zero. – ammette Manuel – Ho studiato, mi sono informato e mi sono appassionato. Seguo il metodo Biologico, Sinergico e Consapevole: utilizzo semi biologici, substrati naturali come fibre di cocco, zeolite e humus autoprodotto, calibro l’irrigazione sulla base delle esigenze di ogni varietà così da non sprecare nemmeno una goccia di acqua e consegno ai clienti le piantine intere, non tagliate, in vaschette appositamente progettate così da mantenere intatta la vitalità e garantire freschezza e nutrienti fino al momento dell’uso in cucina. La coltivazione avviene in parte indoor sotto luci Led ed in parte in serra”. L’azienda coltiva e produce 30 varietà di ortaggi e piante aromatiche che possono impiegare da 2 settimane per crescere al punto giusto fino a due mesi e mezzo. Tra le iniziative originali messe in campo da Manuel la produzione di cubetti di ghiaccio trasparenti con foglie di "microgreens" all’interno pensati per cocktail naturali, catering e bevande salutari offrendo una combinazione unica tra estetica, freschezza e innovazione, senza additivi né coloranti e la realizzazione di un libro di cucina. Ma le ambizioni non finiscono qui. La prossima è quella di chiudere il ciclo produttivo in casa autoproducendo i semi e aprirsi alla coltivazione di funghi.
Il Premio Campagna Amica al mulino laboratorio e la pasta a Km0 di Silvia Clarelli (Azienda Agricola Clarelli Silvia di Castiglion Fiorentino)
Dalla Storia dell’Arte ai campi di grano, con la stessa delicatezza con cui si sfiora un’opera d’autore. Silvia Clarelli, 30 anni, agricoltrice e imprenditrice di Castiglion Fiorentino, componente del Comitato Giovani di Coldiretti Arezzo ha trasformato l’eredità di suo nonno in un progetto giovane e radicato, dove creatività e agricoltura si incontrano per dare vita a prodotti autentici e sostenibili. È a soli 20 anni che Silvia decide di mettere le mani nella terra in prima persona: partecipa al “Progetto Giovani Coldiretti” e avvia un mulino-laboratorio che oggi è il cuore pulsante della sua azienda. Qui, dai cereali coltivati nei campi di famiglia – grano tenero, duro e mais – nascono farine e pasta artigianale a filiera corta, espressione di un’agricoltura che valorizza il prodotto e innova senza perdere le radici. La sua pasta è il risultato di una visione, Silvia segue ogni passaggio, dalla semina alla trasformazione, applicando un metodo rispettoso dell’ambiente e del tempo della natura. Materie prime locali, essiccazione lenta, lavorazioni manuali e cura dei dettagli rendono la sua produzione un esempio virtuoso di qualità e sostenibilità.
“Per me l’agricoltura è una forma d’arte – racconta Silvia – un gesto creativo che parte dalla terra e arriva alla tavola, il lavoro nei campi è il mio modo di dare continuità alla storia della mia famiglia, costruendo qualcosa che parla di autenticità e territorio. Quando ho iniziato, avevo solo tanta voglia di mettermi in gioco e un’idea chiara: creare qualcosa che parlasse del mio territorio in modo genuino. Aprire il mulino laboratorio è stato un passo enorme. Ho imparato a conoscere i cereali, a molirli senza stressarli, a capire le fibre, i profumi, la consistenza delle farine. La pasta è arrivata dopo, volevo che le persone potessero gustare un prodotto che nascesse e si compisse tutto qui, nei nostri campi. Lavoro con una filiera corta p.erché è l’unico modo per garantire trasparenza, qualità e rispetto dell’ambiente. Coltivare i miei cereali significa poter controllare ogni passaggio, ridurre gli sprechi, valorizzare varietà che rischiavano di scomparire”.
Oggi l’Azienda Agricola Clarelli Silvia è una realtà dinamica che porta sui mercati contadini di Campagna Amica e nelle case dei consumatori prodotti genuini, frutto di un equilibrio consapevole tra tradizione contadina e innovazione. E Silvia guarda già oltre: dall’ampliamento della gamma di trasformati alla sperimentazione di varietà antiche, fino a nuovi percorsi di divulgazione che uniscano agricoltura e cultura.
Il Premio Agri-Influencer se lo è aggiudicato l'agri-influencer dell’olio Edoardo Marmeggi (Podere Michelino - Montespertoli)
Non c’è un briciolo di vanità nel personaggio social di “Michelino”. Edoardo Marmeggi , 28 anni, una laurea in viticoltura ed enologia, surfa con i suoi riccioli biondi sulle piattaforme di Zuckerberg per condividere – con semplicità e semplicemente - il suo percorso imprenditoriale fornendo consigli pratici e raccontando con professionalità e simpatia le giornate trascorse tra olivi e viti, degustazioni e trattori insieme alle soddisfazioni, per fortuna tante, ma anche agli errori, tanti anche quelli, perché in fondo “chi sbaglia impara” e nessun settore come l’agricoltura lo insegna. Una narrazione genuina che arriva dritta al bersaglio senza nessun bisogno di creare contenuti “acchiappa” like, ricorrere ad esagerazioni e filtri ad effetto “wow”. Imprenditore di prima generazione, Edoardo-Michelino è partito da zero con l’acquisto da parte dei genitori dei terreni pieni di rovi ed incolti del nonno ma con un grandissimo potenziale e senza alcun aiuto finanziario. Per lui un motivo di “vanto”. “Costruisco la mia azienda, così come è nella mia testa, un pezzetto alla volta alimentandola economicamente con l’attività di potature conto terzi. E’ un percorso lungo ma anche di grande gratificazione e libertà - racconta”. Podere San Michelino sulle colline di Montespertoli (Firenze) è lui. Ha piantumato un ettaro di oliveto con circa trecento piante, prodotto il suo primo olio e conduce olivete in affitto per un totale di 1000 piante, dallo scorso anno ha ottenuto l’autorizzazione per organizzare le attività di oleoturismo nella piccola struttura aziendale. Il prossimo step è produrre vino dalle viti messe a dimora nel 2023 e già da quest’anno sarà possibile assaggiare il vino prodotto da un vigneto in conduzione dando cosi piena corrispondenza al suo percorso di studi. “Studiare, avere le nozioni di base, è stato importante e lo è probabilmente di più quando gestisci un’azienda. – spiega Edoardo – In campagna non si smette mai di imparare: ogni giorno è come tornare in aula”. I social sono lo strumento di Edoardo per raggiungere i suoi potenziali clienti ma prima di tutto i suoi coetanei che vuole stimolare ad “inseguire i propri sogni senza aver paura di fare sacrifici che sono come un freno a mano tirato per le nostre ambizioni”. Al momento il numero di follower non è così importante: “è una strada che voglio condividere con chi ha il piacere e la necessità di seguirmi: cresceranno insieme alla mia azienda”.
Il Premio Coltiviamo Insieme è invece andato a Emanuele Martini, da vivaista a imprenditore sociale (Un fiore per tutti Cooperativa Sociale – Pistoia)
L’agricoltura sociale motore del vivaismo pistoiese. Nel vibrante panorama del florovivaismo pistoiese, un settore da sempre trainante per l'economia locale, sta emergendo una figura che fonde tradizione, innovazione e un profondo impegno etico: Emanuele Martini è fondatore e amministratore della cooperativa sociale agricola Un Fiore Per Tutti di Pistoia (PT).
Il suo percorso rappresenta un esempio virtuoso di come gli studi in ambito STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e una solida esperienza nel Terzo Settore, uniti all’eredità familiare nel vivaismo, possano dare vita a un modello aziendale al tempo stesso economicamente solido e socialmente responsabile.
Emanuele non si è limitato a ereditare l'attività di famiglia: l'ha radicalmente innovata trasformando i vivai in una “fattoria sociale”. L’azienda costruisce e promuove progetti di inserimento lavorativo mirati e personalizzati che consentano di impiegare esclusivamente personale svantaggiato nelle attività produttive di alto livello del vivaio. “Questo approccio non è una forma di assistenzialismo – spiega Emanuele - ma una strategia aziendale che punta sulla dignità del lavoro e sulla valorizzazione delle singole capacità, superando gli stereotipi legati alla disabilità e alla fragilità sociale. Chiunque, indipendentemente dai mezzi o dalle condizioni di partenza, può generare valore”.
La dimostrazione tangibile di questo impegno si trova nei numeri: ogni anno, la cooperativa eroga oltre 100.000 euro in stipendi e rimborsi a persone fragili, con particolare attenzione al mondo della diversabilità. Nel vivaio di Pistoia non si coltivano solo piante da siepe e giovani arbusti, ma soprattutto opportunità concrete di riscatto e integrazione. È la narrazione di come l'imprenditoria agricola, guidata da valori etici e visione strategica, possa diventare un potente agente di cambiamento sociale, trasformando un settore tradizionale in un modello di sostenibilità, qualità e inclusione per tutta la provincia di Pistoia e oltre.
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