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Attualità giovedì 04 settembre 2025 ore 16:30

Giovani toscani alfieri dell'imprenditoria agricola

Dalla produzione di mini ortaggi per le cucine stellate al recupero degli oliveti abbandonati. Sono alcune delle sfide delle aziende agricole under 35



TOSCANA — Dai mini ortaggi per le cucine stellate al recupero degli oliveti abbandonati. Sono alcune delle sfide che vedono protagonisti i giovani alfieri dell'imprenditoria agricola in Toscana. 

Nelle campagne toscane operano  2.600 aziende agricole guidate da under 35 che hanno scelto di coltivare il loro futuro tra colline, filari e frutteti.

Il tutto, si legge in una nota di Coldiretti Toscana, in una regione dove "Le superfici coltivate si sono ridotte del 34% negli ultimi quarant’anni".

I destini di Arianna 31 anni insieme al fidanzato, Lorenzo (35) nelle campagne di Fucecchio (Firenze) e Leonardo (39 anni) nel piccolo paese di Basati nell’Alta Versilia si sono incrociati nella lunga lista dell’ultimo bando del premio giovani della Regione Toscana (Aiuto all’avviamento di impresa per giovani agricoltori – annualità 2024).

I loro progetti imprenditoriali, come quelli di tutti i candidati, stanno prendendo forma: la Regione Toscana li sosterrà con 60 mila euro ciascuno: Oltre 30 milioni in campo per invertire la rotta e favorire il ricambio generazionale.

“Il premio di primo insediamento ha avuto un ruolo essenziale nella traiettoria di scelte di tanti giovani. Uno dei principali scogli per chi deve avviare un’azienda è proprio quello economico. – spiega il delegato regionale di Giovani Impresa Coldiretti, Francesco Panzacchi – Una buona parte delle aziende candidate non avrebbe visto la luce, diciamolo sinceramente, senza questo sostegno, o per lo meno non in tempi brevi”.

In merito Coldiretti ha organizzato incontri, open-day e giornate informative: “Molti di questi progetti hanno preso forma nei nostri uffici. Una domanda-progetto su due è passata dalle mani dei nostri tecnici. – spiega ancora Panzacchi – Per noi è un motivo di grande orgoglio”.

Sono 2.600 le aziende agricole under 35 in Toscana secondo l’ultimo rapporto del Centro Studi Divulga presentato in occasione dell’ultima edizione degli Oscar Green nazionali a cui ha partecipato, entrando nella rosa dei finalisti, la cooperativa Toscana Giaggiolo del Valdarno che produce il prezioso burro di iris destinato all’alta profumeria, alla farmaceutica e all’alimentare. Un’esperienza modello, come tante in Toscana, che non sempre hanno trovato strade asfaltate di fronte a se. Il primo ostacolo è l’eccesso di burocrazia “che rappresenta una vera e propria tassa occulta per gli agricoltori, tanto più per chi decide di avviare una nuova attività, unita a imposizioni legate a politiche green troppo spesso slegate dalla realtà. – spiega ancora Panzacchi - Ma occorre lavorare anche sull’accesso al credito, un fattore fondamentale per sostenere la realizzazione delle mille idee creative che nascono dalle imprese giovani, nel segno della sostenibilità, dell’innovazione di prodotto e nella tutela dell’ambiente e della biodiversità”.

Dall’ufficio all’oliveta. L’idea di una vita dietro un desk la uccideva. La passione per gli animali, la natura che chiama a squarcia gola e la condivisione di progetto e di un futuro insieme: Arianna Senesi, 31 anni, laureata in lingue e Lorenzo Parlanti, 35 anni, laureato in scienze motorie, si sono buttati. “Il Frullino”, nelle campagna di Fucecchio, nasce nel 2024 su tre ettari di terreni di cui nessuno si prendeva cura da tempo così come le due grandi olivete che gli hanno già dato il loro primo memorabile raccolto. La piccola casina del podere è diventato l’incubatore dei loro sogni. Nel piccolo pollaio e nel piccolo orticello provano e sperimentano con l’intenzione, ora più vicina, di avviare la produzione di ortaggi e uova bio seguendo i principi della permacultura e dell’agricoltura di precisione. Nel prossimo futuro c’è anche la produzione di miele: Arianna ha da poche settimane terminato il corso. “Il premio giovani ci sta permettendo di accelerato i tempi. – spiega l’ex impiegata – La nostra azienda cresce al passo delle nostre competenze. Quando siamo partiti eravamo entrambi a digiuno di tutto. Impariamo giorno dopo giorno, chiedendo consiglio a chi ne sa più di noi, partecipando a corsi, cercando sul web: sbagliando e ripartendo. La scelta di aprire un’azienda agricola, di vivere qui, ci rende felice perché ci permette di costruire il nostro stile di vita: natura, cibo sano e contatto con i nostri animali. Ci piace e siamo felici”.

Ortaggi-nani (micro-greens) e fiori commestibili per le cucine stellate della Versilia. E’ sbocciata servendo ai tavoli dei ristoranti della Versilia la passione di Leonardo Speroni, 39 anni, per i microgreens, gli ortaggi nani commestibili - rucola, ravanelli, cipolle, basilico e così via - ricercatissimi dagli chef. Coltivati in piccoli vasi e vaschette, raccolti dopo pochi giorni quando la concentrazione nutrizionale ed aromatica è al massimo, sono utilizzati per decorare e guarnire i piatti ma a volte anche come ingrediente. E’ un tocco di estro, colore e sapori, una “moda” in forte crescita che ha attirato le curiosità di Leonardo che prima della ristorazione, aveva lavorato in una fonderia. La sua azienda, la “Basatina” prende il nome dal paese – Basati, frazione del comune di Seravezza nell’Alta Versilia - dove è nato, vive e dove si trovano i terreni dei nonni a confine con il bosco ormai incolti da molti anni. Tra queste montagne boscose la principale coltivazione è stata per decenni la castanicoltura, da qui la presenza di tanti metati, le strutture in pietra usate per essiccare le castagne, che Leonardo ha recuperato e riadattato per avviare la sua impresa agricola. “Coltivo i micro-ortaggi all’interno di un metato della mia famiglia un tempo usato per l’essiccazione delle castagne. – racconta – Senza il premio del bando giovani avrei sicuramente faticato di più a partire. Ho scoperto i micro-greens ed i fiori eduli freschi e secchi lavorando nel settore della ristorazione. C’è poca offerta ed una domanda in continua crescita. L’interesse è andato di pari passo con l’immaginazione ed il desiderio di valorizzare i terreni di famiglia con un’idea imprenditoriale al passo con i tempi e soprattutto concreta. E così sono passati ai fatti”. Una curiosità tira l’altra: “auto-produco l’humus di lombrichi per la concimazione naturale. Voglio realizzare micro-ortaggi di alta qualità e sostenibili”.


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