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Attualità lunedì 01 settembre 2025 ore 18:18

Maxi intervento di 12 ore per ricostruire la colonna vertebrale

L'equipe dell'ospedale Cisanello

L'intervento di neurochirurgia vertebrale ad alta complessità, eseguito all'ospedale di Cisanello, ha salvato la vita di una paziente



PISA — Un intervento ad alta complessità, eseguito all'ospedale di Cisanello, ha permesso di ricostruire la colonna vertebrale e salvare la vita di una paziente affetta da spondilodicite jatrogena sfociata in una gravissima infezione a seguito di una precedente operazione effettuata fuori regione.

"Il suo quadro clinico - si legge in una nota dell'Aoup- era peggiorato dopo qualche mese da quell’intervento, con esordio di forti dolori dorso-lombari, difficoltà nel deambulare e mantenere la posizione eretta ma, soprattutto, febbre alta. Le indagini eseguite avevano evidenziato una grave infezione alla colonna vertebrale con multipli focolai spondilodiscitici e una sorta di “autodigestione” delle vertebre sede del precedente intervento. Numerose consulenze specialistiche a cui si era sottoposta in varie parti d’Italia si erano limitate alla prescrizione di terapie antibiotiche che tuttavia non avevano guarito la grave malattia, diffusasi poi a livello sistemico. L’unica strada praticabile era di rimuovere le protesi impiantate in modo da eliminare la sorgente infettiva e di ricostruire la colonna vertebrale. Un intervento ad altissima complessità che la paziente ha deciso di effettuare a Pisa in Aoup dove, finalmente, questa complicata e dolorosa storia si è conclusa con successo".

L'intervento, durato 12 ore, ha consistito nella rimozione delle vertebre infette e nella ricostruzione della colonna 'digerita' con protesi in titanio.

A distanza di qualche mese dall'operazione, che ha visto impegnata un’equipe multidisciplinare composta di neurochirurghi, chirurghi d’urgenza, anestesisti-rianimatori, neuroradiologi, infettivologi e riabilitatori, oltre al personale infermieristico e tecnico, oggi, spiega l'Aoup "La paziente ha ripreso una vita regolare, deambula in completa autonomia ed è totalmente autosufficiente".

Non si tratta del primo caso del genere affrontato a Pisa in Aoup. Altri casi simili, ad altissima complessità gestionale, sono stati risolti negli ultimi mesi sia in urgenza sia come interventi programmati.

Un’expertise che affonda le sue radici nella lunga e importante tradizione della neurochirurgia pisana e che, dallo scorso mese di maggio, è sfociata nella creazione di una sezione semplice interna di neurochirurgia vertebrale ad alta complessità – sotto l’Unità operativa di Neurochirurgia diretta da Francesco Acerbi, ordinario di Neurochirurgia all’Università di Pisa - affidata alla responsabilità di Jacopo Giorgetti.

“La scelta organizzativa aziendale avallata dal Dipartimento di Neuroscienze di individuare, all’interno della struttura di Neurochirurgia, una sezione semplice composta da esperti in chirurgia vertebrale (spinalisti) – spiega Giorgetti - ha di fatto permesso lo sviluppo di una sinergia che oramai è diventata automatismo e rende quindi routinario un atto chirurgico di elevata complessità che pochi centri italiani garantiscono. Questa nuova organizzazione ha permesso di ottenere un altro risultato importante che premia il Gruppo spinale dell’Aoup: durante l’ultimo “Surgical Tour” dello scorso giugno, organizzato annualmente da un’Azienda leader nel settore protesico spinale, la Sezione vertebrale di Neurochirurgia dell’Aoup è stata selezionata quale “Centro di riferimento nazionale” che si farà carico dello sviluppo tecnologico, scientifico e della formazione di professionisti in chirurgia vertebrale provenienti da altre Nazioni europee e dall’America Latina. 

"La patologia vertebrale negli ultimi anni ha avuto una rapidissima evoluzione tecnica e le frontiere chirurgiche mirano sempre di più alla complessità e alla mininvasività – conclude -. L’elevata incidenza dei casi nella popolazione generale impone gruppi di professionisti dedicati e selettivamente specializzati la cui collaborazione garantisce maggiore qualità e sicurezza per il paziente. La strada intrapresa dall’Aoup va proprio in questa direzione: garantire a tutti l’alta complessità anche in chirurgia vertebrale”.


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