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Cronaca lunedì 11 novembre 2024 ore 19:15
Da Modigliani a Banksy, la maxi rete dei falsari d'arte
Scoperti laboratori in Toscana e all'estero. Oltre 2000 falsi recuperati dai carabinieri. 38 le persone indagate nella maxi indagine
PISA — Oltre 2000 opere d'arte false sequestrate, 38 indagati e 6 laboratori del falso individuati in Italia e all'estero. Sono i numeri di un'attività investigativa, svolta dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma e coordinata a livello europeo dal desk italiano dell'Agenzia Eurojust.
Un'articolata indagine con valenza internazionale che ha portato al recupero di migliaia di opere d’arte contemporanea false, per un valore di centinaia di milioni di euro, che riproducevano gli stili e, in alcuni casi, opere famose di artisti di fama internazionale come Amedeo Modigliani, Andy Warhol, Banksy, Pablo Picasso, Joan Mirò, Arman, Francis Bacon, Wassily Kandisky, Gustav Klimt, Henry Moore, Haussmann, Tapies, Jean-Paul Riopelle, Twombly, Wilfredo Lam, Marc Chagall, Monet, De Chirico, Giacometti, Aubertin, Mituraj, Afro, Boccioni, Paul Klee,Van Gogh, Jean-Michel Basquiat, Vasarely, Pollock, Haring, Hopper, Death Nyc, Renato Guttuso e Salvador Dalì.
L'indagine ha fatto luce su un sistema transnazionale di falsari interconnessi con compiacenti case d'asta, sottraendo al mercato dell'arte opere che avrebbero potuto essere successivamente immesse sul mercato con quotazioni vicine a quelle dei lavori originali degli artisti. Il recupero è il risultato di numerosi sequestri effettuati in Italia, Spagna e Belgio.
L'attività di indagine è iniziata nel Marzo 2023 con il sequestro ad un imprenditore pisano. Sequestro delegato dal Pm che ha portato al recupero di circa 200 opere d'arte contemporanea risultate contraffatte, tra cui un dipinto raffigurante “Cariatide" di Amedeo Modigliani.
Nella seconda fase delle indagini è stato accertato che sul mercato erano presenti altrettante opere, poste in vendita da varie case d'asta localizzate in Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia.
La stessa cosa avveniva in Toscana e in Veneto, dove sarebbero stati identificati tre falsari e localizzati tre laboratori di pittura a Lucca, Pistoia e Venezia, dove avveniva la produzione delle opere contraffatte.
Le indagini avrebbero quindi permesso di disarticolare una fitta rete europea tra Spagna, Francia e Belgio, composta da soggetti dediti alla produzione di opere false che, una volta realizzato l'oggetto, si sarebbero accordati con diverse case d'asta italiane, alcune delle quali compiacenti, per la successiva pubblicazione alla vendita.
Attività che, secondo quanto emerso, si era incentrata in particolar modo sulle opere di Andy Warhol e Banksy, tra i più importanti esponenti della street art contemporanea. Sempre secondo quanto emerso nell'ambito delle indagini, i soggetti coinvolti avrebbero anche organizzato una mostra con opere di Banksy nel Veneziano e nell'Aretino, esponendo le opere in spazi ufficiali di prestigiose sedi, con tanto di catalogo.
L'attività investigativa ha portato a tre ordini di indagine europeo a carico di 6 persone in Spagna, Francia e Belgio. I provvedimenti all'estero, su delega del Pm titolare delle indagini, sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Roma con l'ausilio della Guardia Civil e del Mossos d'Esquadra in Spagna, dell'Office Central de Lutte contre le Trafic de Biens Culturels in Francia e della Polizia Federale in Belgio.
Le attività condotte in Europa hanno permesso di individuare ulteriori tre laboratori del falso con il successivo sequestro di 1.000 opere di imitazione di arte contemporanea, con oltre 450 certificati di autenticità e 50 timbri tutti falsi.
Secondo quanto accertato dai consulenti della Procura di Pisa, le opere sequestrate, qualora vendute, avrebbero provocato un danno economico di circa 200 milioni di euro, eventualità che avrebbe modificato in modo significativo il mercato d'asta.
L'indagine è considerata dagli esperti come la più grande opera di tutela delle opere di Bansky.
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