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Attualità lunedì 28 ottobre 2024 ore 11:20

Mutilazioni genitali femminili, via al centro regionale

donna

All'ospedale universitario pisano di Cisanello nasce l'Hub di terzo livello come riferimento multidisciplinare per tutta la Toscana



PISA — La Toscana ha un centro regionale unico e multidisciplinare di riferimento per le pazienti con mutilazioni genitali femminili (Mgf): è l'ospedale universitario pisano di Cisanello, scelto dalla Regione Toscana per il suo bagaglio ultradecennale di esperienze e di operatività per essere un centro Hub di terzo livello dotato di tutto l’expertise necessario per la gestione clinica globale delle donne portatrici di queste mutilazioni. 

Non solo l'approccio clinico/chirurgico, ma anche psicologico e sociale, attraverso percorsi didattici e scientifici di alto livello mirati anche alla prevenzione e al contrasto del fenomeno: il tutto in rete con le strutture territoriali e i presidi ospedalieri della Toscana.

"La gestione di donne portatrici di Mgf è complessa e ad alto impatto sociale e clinico", spiega una nota dell'Aoup. Il centro pisano funziona in rete con le strutture territoriali e le associazioni di volontariato. Gli spazi fisici sono quelli del Santa Chiara (Edificio 6, area ambulatoriale “Mercato dei fiori”) contigui a molte delle specialistiche coinvolte: ginecologia; chirurgia plastica; ostetricia; uro-ginecologia; pediatria; psicologia; psichiatria; anestesia; radiologia; urologia; chirurgia proctologica; infettivologia; oltre a esperti in: mediazione culturale; servizi socio-sanitari.

I servizi del centro saranno accessibili attraverso vari canali: consultori territoriali, medici di famiglia, specialisti, garantendo così una rete assistenziale diffusa in tutta la Toscana. I professionisti coinvolti offriranno un percorso integrato multidisciplinare e multiprofessionale dalla diagnosi, cura e riabilitazione, assicurando una presa in carico totale delle pazienti. 

La presentazione

La presentazione della nuova struttura si è tenuta nei giorni scorsi nell’aula magna storica della Sapienza, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani con gli assessori regionali alla salute Simone Bezzini e alle pari opportunità Alessandra Nardini, la presidente della commissione pari opportunità Francesca Basanieri, l'assessora comunale alle pari opportunità Gabriella Porcaro, la direttrice generale dell'Aoup Silvia Briani a fare gli onori di casa insieme al prorettore agli affari giuridici dell’Università di Pisa Giuseppe Campanelli, in rappresentanza del rettore. 

La presentazione del centro regionale sulle Mgf

La presentazione del centro regionale sulle Mgf

Nell’incontro sono state presentate le caratteristiche del Centro con Nura Musse Ali della commissione pari opportunità della Regione Toscana e, per l’Aoup, con le relazioni di Tommaso Simoncini, direttore dell'unità operativa di Ostetricia e ginecologia 1, Emanuele Cigna, direttore della sezione dipartimentale di Chirurgia plastica e microchirurgia, Federica Pancetti, dirigente ostetrica e Federica Marchetti, referente qualità.

Un dramma per oltre 200 milioni di donne nel mondo

Le Mgf, ossia “tutte le pratiche di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre alterazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche” (definizione Oms), sono diffuse in oltre 30 Paesi dell’Africa e in alcuni Paesi dell’Asia e del Medio Oriente e interessano oggi oltre 200 milioni di donne nel mondo

Si stima che ogni anno circa 3 milioni di ragazze, la maggior parte sotto i 15 anni, rischino di subire mutilazioni. E anche in Italia il fenomeno è in aumento a causa degli intensi flussi migratori di donne in età fertile. Gli operatori sanitari devono pertanto poter fornire a questa popolazione femminile sostegno e la migliore assistenza sanitaria.

In Toscana, rispetto ad altre regioni, nel tempo sono stati attivati protocolli di intervento per la prevenzione, la cura e il collegamento con la rete anti-violenza ed esiste una procedura specifica per la sorveglianza e la negoziazione di alternative (per chi rifiuti la pratica imposta).

Con il riordino della rete clinica e l’individuazione del centro di terzo livello a Pisa si mette in collegamento anche tutto il sistema di segnalazione e presa in carico visto che in ogni Asl ci sono consultori dedicati, con personale e procedure specifiche, anche per inoltrare i casi ai servizi sociali e alla Procura, a seconda delle competenze.


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