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Attualità martedì 02 maggio 2023 ore 18:55

Psichiatra uccisa, fiaccolate in tutta Italia

Gli operatori scendono in piazza per manifestazioni in ricordo della dottoressa Barbara Capovani e per sensibilizzare sul tema delle aggressioni



PISA — Psichiatri, professionisti della salute mentale, medici e operatori in piazza in diverse città italiane per ricordare Barbara Capovani, la psichiatra aggredita e uccisa a Pisa. 

Sono tante le manifestazioni in programma con il sostegno degli Ordini Provinciali dei Medici e della Società Italiana di Psichiatria che sensibilizzeranno l'opinione pubblica sul tema della violenza nei presidi sanitari. Una fiaccolata è in programma il 3 Maggio alle 20 a Pisa, in contemporanea con Milano e altre città.

Mercoledì 3 Maggio a Pisa alle ore 20 in Piazza Vittorio Emanuele II.

Parteciperà la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri “La FNOMCeO sostiene e aderisce all’iniziativa - ha spiegato il presidente, Filippo Anelli - con l’intento di ricordare la nostra collega e di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’emergenza nazionale della violenza contro i medici e gli operatori sanitari. Una società che non sa difendere coloro che garantiscono il diritto alla salute è una società sconfitta, che si rivolta contro se stessa. Ora è il momento del silenzio, per far rumore contro la violenza. Barbara Capovani continua a essere un medico - ha detto il segretario della FNOMCeO, Roberto Monaco – anche oltre la vita. Grazie alla donazione dei suoi organi, salverà altre persone, così come ha dedicato l’esistenza alla cura. La sua generosità continua a vivere, e questo la rende un esempio di altruismo”.

A Pisa anche la Intersindacale dirigenza toscana "La dottoressa Barbara Capovani è stata l’ennesima vittima del suo lavoro, un lavoro che nonostante abbia la finalità di curare e aiutare il prossimo, sta diventando sempre più difficile e pericoloso, come dimostrano le tante, troppe aggressioni ai sanitari. Le associazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria della Toscana, unite nel dolore e nell’indignazione per l’inaccettabile scomparsa della collega, chiedono a tutti, ad ogni lavoratore, cittadino, rappresentante di istituzioni, senza distinzione di credo o appartenenza, di partecipare al dolore della famiglia e della comunità, unendosi alla silenziosa fiaccolata che si svolgerà a Pisa il 3 Maggio a partire dalle ore 20 da piazza Vittorio Emanuele II. Confidiamo che tanti facciano sentire la propria solidarietà in questa occasione e per quanti non potranno essere presenti a Pisa, una piccola luce sul balcone o sul davanzale della finestra potrà dimostrare che non si resta indifferenti di fronte a quanto successo. Una piccola luce nella speranza che non succeda mai più e che questa morte non sia avvenuta invano".

Eventi sono stati organizzati da Torino a Bari, da Milano a Roma a Palermo, ma anche a Genova, Bologna, Perugia, L'Aquila, Napoli, Cagliari e Messina

"Impensabile rischiare la vita per salvare una vita" è lo slogan che l'Ordine dei medici di Milano ha coniato per la fiaccolata in programma il 3 Maggio alle 20 in piazza della Scala.

L’OMCeO Milano, insieme alla Società Italiana di Psichiatria Lombarda e ai Dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze lombardi "Una fiaccolata per far luce su gravi problemi, emergenti e persistenti, per i professionisti della sanità. Medici e operatori sanitari allo scoperto: contesti lavorativi privi di adeguata sorveglianza da parte di addetti alla sicurezza, aggravio di obblighi e oneri burocratici che costringono il medico di medicina generale, ospedaliero o specialista a “negare” al paziente la prescrizione di alcuni farmaci e/o prestazioni rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale per vincoli capestro, necessità di attuare una medicina difensiva per autoproteggersi".

A Napoli domani sera alle 20, a Napoli, in piazza del Gesù si accenderà una fiaccola "per un servizio di cure che oggi più che mai è al lumicino" per ricordare gli psichiatri assassinati mentre svolgevano il loro lavoro. 

La sezione calabrese della Società italiana di psichiatria ha reso noto che tutti i servizi della salute mentale della Calabria terranno le luci accese per tutta la notte del 3 Maggio.

"È un modo semplice ma significativo per commemorare una collega morta per il suo lavoro. Si vuole con questo gesto, ‘illuminare’ l’attenzione tra le priorità cliniche e organizzative, quello della sicurezza sul lavoro per gli operatori della salute mentale. Ormai le aggressioni nei confronti dei sanitari sono sempre più frequenti e meritano una riflessione approfondita. Non è tollerabile morire sul lavoro e per il lavoro. La morte della dottoressa Barbara Capovani, come anche della collega Paola Labriola alcuni anni fa, rappresenta una tragedia immensa, profondamente ingiusta, che ha mostrato in modo evidente le criticità e i rischi a cui sono esposti i professionisti della salute, e nello specifico della salute mentale, nel loro lavoro di tutti i giorni".

Il presidente della Società Italiana di Psichiatria, Emi Bondi, in un articolo sul Quotidiano Nazionale ha scritto "Non si tratta di abolire la legge 180/78 e i suoi principi di base. Grazie ad essa l’Italia è l’unico paese al mondo che ha superato le istituzioni totali, i cosiddetti manicomi, dando dignità a chi soffre di malattie mentali al pari di chi ha altre patologie. Tuttavia, questo non esclude la necessità di una riorganizzazione dei servizi di salute mentale, adeguandoli ad un’utenza e ad una società profondamente cambiate nei 45 anni successivi dal varo della legge Basaglia... Vi è poi il problema degli autori di reato non imputabili. Come la stessa Corte di Cassazione ha evidenziato, la legge 81/2014, che ha chiuso gli ospedali psichiatrici giudiziari, va aggiornata e rivista, perché di fatto non è stata applicata. Urge meglio definirla per creare dei percorsi idonei a questi pazienti con pericolosità sociale. La mancanza di posti nelle Rems (Residenze per le misure di sicurezza) e il forte numero di malati, che ricevono la non imputabilità per ragioni psichiche, sta mettendo in crisi la psichiatria territoriale che non ha gli strumenti idonei per gestire questi soggetti. Tali pazienti vanno posti sotto la tutela dei magistrati e non degli psichiatri. Mentre negli ospedali psichiatrici giudiziari c’era la custodia, ma non la cura, adesso abbiamo teoricamente la cura e non la custodia".


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