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Cronaca martedì 27 giugno 2023 ore 18:55

Devasta e incendia la cella, 7 agenti in ospedale

Tempestivo l'intervento del personale di Polizia penitenziaria, accorso per spegnere l’incendio e salvare il detenuto. Sette agenti intossicati



PORTO AZZURRO — Momenti di terrore nel carcere di Porto Azzuro dove 7 agenti sono stati soccorsi perché intossicati dal fumo di una cella, devastata e data alle fiamme da un detenuto, a denunciare l'accaduto è stato il Sappe.

La situazione è sempre più grave e merita l’urgente e giusta attenzione da parte dei vertici dipartimentali e ministeriali” così denuncia il segretario regionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Francesco Oliviero.

Il segretario racconta “Un giovane detenuto, essendo in isolamento nella propria cella, sin dalle prime ore del pomeriggio di ieri ha distrutto tutto ciò che vi era all’interno, gettando le macerie nel corridoio e ferendo un Agente. Dopo qualche ora, nonostante i vari tentativi di mediazione da parte del personale della Polizia Penitenziaria, l’uomo cominciava nuovamente a distruggere quel che rimaneva in cella, senza alcuna ragione, barricandosi all’interno, e posizionando materasso, cuscino e le ante dell’armadietto dinnanzi all’ingresso, Li ha poi cosparsi d’olio e li ha incendiati. Le fiamme sono immediatamente divampate e la cella si è trasformata in un infernoTempestivo, il pronto intervento del personale di Polizia Penitenziaria, accorso per spegnere l’incendio e salvare il detenuto: ben quattro estintori non stati sufficienti a domare le fiamme e si sono quindi usati gli idranti, che hanno permesso di salvare l’uomo e fermare il fuoco”. Fin qui la ricostruzione dei fatti da parte del sindacato.

Oliviero ha poi commentato “Anche questa volta la professionalità della Polizia Penitenziaria ha scongiurato il drastico evento ma purtroppo gli strumenti a disposizioni sono pochi, comprese le maschere antifumo e tutte le attrezzature specifiche per il pronto intervento. Paghiamo ancora lo scotto di una amministrazione carente da ogni lato e per le assegnazioni incondizionata di personaggi violenti, arroganti e pericolosi, non confacenti all’istituto. Sette colleghi rimasti coinvolti dalle intossicazioni dei fumi e dalle varie escoriazioni e bruciature con prognosi varie. Ma la vera amarezza è che a nulla sono valse le varie segnalazioni emanate dal SAPPE per assumere urgenti provvedimenti rispetto alle criticità ed alle problematiche della Casa di reclusione di Porto Azzurro”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria ha aggiunto “Basta! Anche questo è un grave evento critico annunciato! A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimentiIl personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal DAP. La situazione delle carceri italiane, per adulti e minori, è allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti. Il taser potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici) ma i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria continuano a tergiversare tanto mica stanno loro in prima linea nelle carceri a fronteggiare i detenuti violenti…  e la Polizia Penitenziaria continua a restarne sprovvista”.


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