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Attualità lunedì 01 dicembre 2014 ore 15:01

Imprese cinesi, 1 su 2 non è in regola

Servizio di Tommaso Tafi

Il report del primo trimestre di controlli tra Firenze, Prato e Pistoia a un anno dal rogo in cui morirono 7 operai. E 93 aziende sono "sparite"



PRATO — Hanno verificato 859 imprese sulle 7700 che dovranno passare al setaccio entro il 2016. E solo 242 sono risultate completamente in regola, mentre 93 sono "scomparse" (tra quelle chiuse, mai aperte o risultate fittizie) e 447 hanno ricevuto una informativa di reato di vario tipo. Tra queste ultime, per 62 è stata ordinata la chiusura per gravi violazioni mentre altre 77 hanno ricevuto prescrizioni per la messa in regola dopo aver riscontrato irregolarità normative.

Nel dettaglio, tra le irregolarità rilevate le forze dell'ordine hanno scoperto 85 dormitori abusivi, 63 cucine abusive, 17 depositi con bombole di gas, 184 impianti elettrici fatiscenti e oltre 200 macchinari non in regola.

Sono questi i risultati del primo trimestre di controlli nelle aziende, prevalentemente cinesi, effettuati da personale interforze tra Prato, Firenze ed Empoli e presentati stamani nel comune del capoluogo laniero nell'anniversario del rogo nell'azienda del Macrolotto in cui morirono 7 operai.

Una ricorrenza in occasione della quale il vescovo di Prato, monsignor Franco Agostinelli, ha chiesto "come prima cosa, di non alzare la voce e puntare il dito solo contro chi è direttamente coinvolto nell'evento, perché la responsabilità potrebbe raggiungere tutti, per quello che abbiamo fatto o non abbiamo fatto". Invitando a "non limitiarci alle commemorazioni, che rischiano di avere un sapore di circostanza" Agostinelli ha quindi lanciato un appello a "fare di tutto perché fatti di questo genere non abbiano a ripetersi perché è impensabile che una persona debba rischiare la vita là dove si guadagna il pane per vivere".

"Diamo atto allo sforzo delle istituzioni che s'impegnano per far sì che la legalità prenda il sopravvento nei posti di lavoro come altrove, contro l'arbitrio e la furbizia di pochi - ha quindi concluso - Ma non abbassiamo la guardia perché lo scoraggiamento di fronte al compito indubbiamente impegnativo che ci aspetta potrebbe prenderci la mano".


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