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Attualità venerdì 31 luglio 2015 ore 17:00
Riforma della sanità, si va verso il referendum
Il collegio di garanzia del Consiglio regionale ha ammesso la presentazione del quesito referendario che punta a bloccare la riduzione delle Asl
FIRENZE — Ancora pochi giorni, giusto il tempo della pubblicazione del quesito sul Burt, e i proponenti potranno dare il via alla raccolta delle firme.
Per il momento ne sono state collezionate 4mila, utili a presentare la richiesta di istituzione del referendum e sottoporla all'attenzione del collegio di garanzia del Consiglio regionale.
Ora ne servono altre 36mila per istituire la consultazione pubblica, con cui i referendari puntano a smantellare la riforma sanitaria messa in piedi sul finire della scorsa legislatura, che prevede, tra le altre cose, la riduzione del numero di Aziende sanitarie da 12 a 3.
Esultano i consiglieri di Sì - Toscana a sinistra.
"Per la nostra lista che, non solo ha sostenuto la raccolta di firme, ma ha recentemente presentato una proposta di legge per poter accorciare al massimo i tempi di svolgimento del referendum - hanno scritto in una nota Tommaso Fattori e Paolo Sarti - , è una bellissima notizia".
"Abbiamo sempre sostenuto - hanno aggiunto - che si tratta di una controriforma che, accorpando le attuali aziende sanitarie in tre megaziende di area vasta, disegnerà una struttura mastodontica e poco trasparente, in cui le scelte saranno accentrate politicamente e sempre più distanti dai cittadini e dai territori, mettendo peraltro a serio rischio prestazioni e servizi soprattutto nelle zone più periferiche".
"Contribuiremo alla raccolta firme per cancellare la disastrosa riforma sanitaria voluta dal Pd e da Enrico Rossi - ha detto invece Giovanni Donzelli di Fratelli d'Italia -. Per scongiurarla occorre unire tutte le forze in campo".
"La riforma di Rossi - ha sottolineato Donzelli - è tutto meno che una scelta per razionalizzare i costi, perché serve solo a mantenere il baronato nella sanità tagliando soltanto i servizi ai cittadini. Eliminando 2500 tra medici e infermieri in tutta la Toscana, la giunta Rossi ha voluto incidere sulla carne viva del sistema sanitario, mantenendo però sprechi immobiliari e dirigenti raccomandati"
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