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Attualità mercoledì 10 novembre 2021 ore 14:59

Concessioni in scadenza, balneari in rivolta

Manifestazione di protesta dei balneari
Manifestazione di protesta dei balneari

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato interviene Assobalneari: "impossibile arrendersi all'ingiustizia, tutti i partiti dovranno aiutarci"



ROMA — La decisione del Consiglio di Stato di fissare nel 31 Dicembre 2023 la data definitiva di scadenza delle concessioni balneari attualmente in essere ha sconvolto i gestori degli stabilimenti balneari, scatenando le proteste delle associazioni di categoria.

"Impossibile arrendersi all'ingiustizia - ha dichiarato il presidente di Assobalneari Confindustria Fabrizio Licordari - Ci stiamo muovendo per incontrare i leader di tutti i partiti, dovranno ascoltarci e aiutarci".

Pochi giorni fa il governo Draghi aveva escluso una revisione delle concessioni dal nuovo disegno di legge sulla concorrenza, varando solo una sorta di censimento delle licenze in vigore; ma poi ci hanno pensato i giudici amministrativi a disporre la data di definitiva decadenza e la rimessa a gara di tutte le concessioni dal giorno dopo. Senza alcuna garanzia per gli attuali gestori di poterle riottenere.

"Il governo ha il dovere di intervenire e di far capire all'Europa che le nostre concessioni balneari non rientrano nella direttiva Bolkestein - spiega Licordari in una nota - Voglio credere che sia stato un errore quello di lasciare una decisione così importante ai giudici del Consiglio di Stato e non piuttosto un disegno ben orchestrato. L'esecutivo ha il dovere di difenderci".

Anche Silvio Marchiori, neopresidente di Cna Balneari della provincia di Massa-Carrara, chiede una celere riforma del demanio: “Con questa sentenza il Consiglio di Stato ha di fatto demolito una legge del parlamento - scrive Marchiori in una nota - Oggi quello che abbiamo davanti è un salto nel buio. Ecco perché è di massima urgenza che Governo e Parlamento approvino una riforma del demanio individuando il giusto equilibrio tra i principi della concorrenza e la doverosa tutela degli investimenti e degli interessi dei concessionari uscenti”.

Secondo i dati di Assobalneari, sono circa 30mila le imprese italiane interessate dal provvedimento in Italia, con 300mila addetti diretti e un indotto altrettanto consistente.

Il rapporto "Spiagge libere" di Legambiente parla di 12.166 concessioni in vigore nel 2021, con un incremento del 12,5% rispetto al 2018: in pratica più del 50% delle aree costiere sabbiose è sottratto alla libera e gratuita fruizione. Liguria, Emilia-Romagna e Campania sono le regioni-record, con quasi il 70% delle spiagge occupate da stabilimenti balneari. 

Sempre secondo il rapporto di Legambiente, fra i Comuni toscani che hanno rilasciato più concessioni per le loro spiagge spiccano, in provincia di Lucca, Pietrasanta con il 98,8% dei lidi in concessione e Camaiore con il 98,4%, seguiti da Montignoso, in provincia di Massa, con il 97%, Laigueglia, in provincia di Savona, con il 92,5%, Rimini  e Cattolica in Emilia Romagna, rispettivamente con il 90 e l'87%.

Sulla decisione del Consiglio sono intervenuti anche molti partiti politici, come Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e M5S, chiedendo un nuovo intervento del Parlamento sulla questione.


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