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Attualità sabato 06 giugno 2020 ore 18:05

In tutte le regioni Rt sotto 1 ma il Covid resiste

Covid laboratorio

Nuovo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità sull'epidemia di Covid. Indice di trasmissibilità in diminuzione ma ci sono ancora focolai attivi



ROMA — Mentre il governo disegna le strategie per affrontare la Fase 3 dell'emergenza Covid-19, il nuovo rapporto settimanale elaborato dal Ministero della Salute insieme all'Istituto Superiore di Sanità invita nuovamente alla cautela, seppur confermando il trend positivo dell'epidemia in Italia.

Nel rapporto, infatti, si evidenzia che in tutte le regioni italiane l'indice di trasmissibilità Rt (che misura la potenziale trasmissibilità dell'infezione) è sceso sotto al livello 1. Migliora quindi la situazione rispetto all'ultimo rapporto nel quale il Molise presentava un indice Rt pari a 2,2.

Il dato si riferisce alla settimana tra il 25 e il 31 maggio, dunque fotografa una situazione precedente alla riapertura dei confini regionali del 3 giugno. I contagi che rientrano nel calcolo, inoltre, sono presumibilmente relativi a pazienti che hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero durante la prima fase di riapertura (tra il 4 e il 18 maggio 2020).

Il ministro della salute Roberto Speranza, commentando i dati, si è espresso così: ''Il monitoraggio dice che siamo sulla strada giusta. Ma occorre ancora prudenza e gradualità''.

Questi in sintesi i principali risultati del monitoraggio

- Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in Italia è favorevole con una generale diminuzione nel numero di casi ed una assenza di segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali.

- resta però, in alcune realtà regionali, un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevato seppur in diminuzione. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SARS-CoV-2 è ancora rilevante. In quasi tutta la Penisola, inoltre, sono documentati focolai di trasmissione attivi. Tale riscontro, che in gran parte è dovuto alla intensa attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti, evidenzia tuttavia come l’epidemia in Italia di COVID-19 non sia conclusa.

- La stima dell’indice di trasmissibilità (Rt) per data inizio sintomi nel periodo dal 12/5 al 25/5, calcolato al 3/6/2020, mostra valori medi al di sotto di 1 in tutte le Regioni/PPAA. Per quanto riguarda la stima dell’Rt, si sottolinea che quando il numero di casi è molto piccolo possono verificarsi temporanee oscillazioni con Rt>1 a causa di piccoli focolai locali, senza che questo rappresenti necessariamente un elemento preoccupante.

Queste, dunque, le conclusioni del Ministero sulla base del rapporto

- Le misure di lock-down in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/PPAA. La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente alla prima fase di transizione, è complessivamente positiva.

- Permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico.

- È necessario mantenere elevata la resilienza dei servizi territoriali per continuare a favorire la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento degli dei casi confermati, la quarantena dei loro contatti stretti. Queste azioni sono fondamentali per controllare la trasmissione ed eventualmente identificare rapidamente e fronteggiare recrudescenze epidemiche.


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