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Attualità giovedì 01 dicembre 2022 ore 09:42

L'Europa rivoluziona gli imballaggi, novità già bocciate in Italia

Vuoto a rendere e vendita di prodotti sfusi, sono le novità che l'Europa vorrebbe introdurre ma che l'Italia ha già provato con alterne fortune



ROMA — Una rivoluzione del packaging è quella lanciata dalla Commissione Europea che scommette sul vuoto a rendere, quella che fu una novità nei supermercati italiani degli anni '80 quando si ricevevano 5 lire per ogni bottiglia restituita.

La Commissione scommette inoltre sulla vendita di prodotti sfusi, quella che fu un'altra novità deg.li anni 2000 con catene di negozi dedicate alla vendita sfusa di bevande, detersivi, pasta e generi vari. Al boom di aperture in tutta Italia sono seguite alterne fortune e molte chiusure.

Il grande obiettivo è ridurre gli imballaggi del 15% in ogni Paese entro il 2040. La proposta di regolamento segna nel 2030 l'obiettivo del 20% di take-away servito in contenitori riutilizzati, da portare all'80% nel 2040. Vietate le confezioni monouso per bar e ristoranti e negli alberghi: ad esempio zucchero o saponi.

La proposta della Commissione però è stata già bocciata in Italia.

Particolarmente grave sarebbe la volontà di favorire il passaggio alla vendita di prodotti allo stato sfuso invece che confezionati singolarmente, "riduce il livello di controllo e di rintracciabilità contro le contraffazioni" è quanto denunciano Coldiretti e Filiera Italia.

Secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini "Avrà effetti opposti e negativi sulla filiera produttiva europea e sui consumatori. Si tratta di norme che non premiano la filiera del packaging italiano e quelle aziende che in particolare hanno investito nei materiali tecnologicamente avanzati sostenibili e riciclabili. Avrà effetto negativo sui costi di produzione dell’intera filiera agroalimentare che rischia di riflettersi sui prezzi pagati dai consumatori in un momento di grande difficoltà economica.

Luigi Scordamaglia consigliere delegato di Filiera Italia aggiunge “Negativo è nel complesso anche l’impatto sull’ambiente, basti pensare all’enorme spreco d’acqua connesso al lavaggio dei materiali che dovrebbero essere riutilizzati nel take away e ai gravi problemi di sicurezza alimentare che potrebbero porsi in merito ad una serie di agenti patogeni trasmissibili in un momento delicato di pandemie come l’attuale”.


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