Questo sito contribuisce alla audience di 
Toscana Media News quotidiano online.
Percorso semplificato Aggiornato alle 19:30 METEO:FIRENZE10°17°  QuiNews.net
Toscana Media News - Giornale Online
sabato 27 aprile 2024
Tutti i titoli:
corriere tv
Foti: «Proteste all'università contro accordi con Israele? Era meglio mandarli a zappare»

Attualità domenica 26 novembre 2023 ore 08:30

Informazione web, si indaga sugli editori e non sull'intelligenza artificiale

web

L'Associazione Internet Provider esprime perplessità sull'inchiesta del Garante sul Web scraping. Agire su chi lo pratica e non su chi lo subisce



ROMA — Estrarre dati dalle pagine web per poi analizzarli dopo averli organizzati in data base per conoscere recapiti del singolo utente ma anche le stringhe di ricerche o le url visitate così da poter affinare l’azione degli algoritmi d’Intelligenza Artificiale: si chiama web scraping, e ora il Garante per la Privacy ha avviato un’indagine non tanto sulla pratica e su chi la agisce, bensì sulle misure di difesa messe in atto dalle aziende che la subiscono.

Il consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Internet Provider (Aiip) storce il naso, ritenendo l’inchiesta mal mirata e invitando il Garante a orientarla su chi il web scraping lo fa, vale a dire società come ChatGtp. Sia chiaro: la condotta in sé non è illecita, ma gli utilizzi dei dati personali degli utenti ricavati in così grossi flussi quelli sì che potrebbero presentare profili di illegalità.

Il principio del consiglio direttivo Aiip è: indagare su chi fa e non su chi si protegge, su chi agisce e non su chi mette in atto misure anti intrusione per difendersi dai bot.

Vittime e carnefici nell’ecosistema digitale

C’è insomma da parte dell’Autorità garante, secondo Aiip, una distorsione nell’approccio alla materia fra chi è vittima e chi è attore del sistema di acquisizione massiva dei dati.

In buona sostanza si vanno a indagare i siti nazionali per capire se siano da sanzionare a seconda degli strumenti di scudo eventualmente levati rispetto allo scraping, anziché investigare i colossi del web che per anni hanno fatto scraping senza alcun controllo, componendo e implementando indisturbati i loro data base.

Il rischio, e la preoccupazione Aiip, è che si finiscano per sanzionare le imprese italiane che si difendono da una pratica considerata aggressiva piuttosto che gli attori della pratica stessa. Un simile scenario andrebbe a danno non solo dell’imprenditoria italiana di settore, ma dell’intero ecosistema digitale nazionale.

Non solo IA: il ruolo dei motori di ricerca

E poi: Intelligenza Artificiale, certo, ma ad esempio i motori di ricerca da anni fanno del data-scraping su larga scala uno strumento di sviluppo. Eppure indagini in tal senso non ci sono mai state.

Ecco quindi che Aiip chiede che le imprese che subiscono accessi indesiderati e acquisizione di flussi dati siano considerate vittime, e non soggetti su cui indagare. Questo dovrebbe, secondo l’Associazione Italiana Internet Provider, essere il presupposto per poi attivare un intervento mirato nei confronti delle Big Tech.

Il rischio, altrimenti, è quello di non incidere su una situazione di concorrenza sleale che vede le aziende italiane in posizione di svantaggio rispetto a quelle internazionali.

Appello alla saggezza

Aiip lancia al Garante un appello alla saggezza, chiedendo semmai un riequilibrio nelle dinamiche di mercato in ambiente digitale anziché prospettare la possibilità di sanzioni o alterazioni a detrimento delle aziende italiane.


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno