Scintille tra Selvaggia Lucarelli e Barbara D'Urso a Ballando: «Da quanto non ci vediamo? Quante querele fa?»
Attualità lunedì 02 gennaio 2023 ore 12:20
Povertà e guerra, il bagaglio di ansie per il 2023
Il 2022 ha instillato timori inimmaginabili in tempo di pace. Dal rapporto Censis, le paure con cui gli italiani si affacciano all'anno nuovo
ROMA — La povertà e la paura di non riuscire a sostentarsi, la guerra, lo spettro dell'atomica e l'insopportabilità delle disparità sociali: con questo bagaglio di ansie e tensioni, per lo più inimmaginabili in tempo di pace e dunque prima del 2022, gli italiani si affacciano al nuovo anno.
E' quanto emerge dall'ultimo rapporto Censis che tra le altre cose ha fotografato i principali fattori di stress e timore per la popolazione che, dopo lo scossone prodotto nel 2020 dal Covid-19, adesso guarda al futuro con una certezza inedita, forse unica: "tutto può accadere".
Il che certo vale sempre, e soprattutto vale anche per le svolte positive della storia collettiva e personale. Ma non è questa l'attuale percezione degli italiani catapultati in un tempo che il Censis definisce "nuova età dei rischi".
Nuovi timori nella nuova storia
Diffusi più che mai sono i timori legati all'impoverimento: "La quasi totalità degli italiani (il 92,7%) è convinta che l’accelerata dell’inflazione durerà a lungo e che bisogna pensare subito a come difendersi. Il 76,4% è convinto che non potrà contare su aumenti significativi delle entrate familiari nel prossimo anno, il 69,3% teme che nei prossimi mesi il proprio tenore di vita si abbasserà (e la percentuale sale al 79,3% tra le persone che già detengono redditi bassi), il 64,4% sta ricorrendo ai risparmi per fronteggiare l’inflazione", recita la sintesi fenomenologica del 56° rapporto annuale sulla situazione sociale dell'Italia rilasciato dall'istituto di ricerca socio-economica.
Con la guerra in Ucraina innescata il 24 Febbraio 2022 dall'invasione di quel paese da parte delle truppe russe, poi, gli italiani hanno maturato la consapevolezza che anche inimmaginabile può succedere e scompaginare vite e prospettive di futuro.
"L’84,5% degli italiani (di più i laureati con l'89,2% e i giovani con l'87,8%) si è ormai convinto che vada presa seriamente in considerazione la possibilità che anche eventi geograficamente lontani possano cambiare improvvisamente e radicalmente la propria quotidianità, sconvolgendo i propri destini", è l'analisi Censis.
I principali rischi globali percepiti com in grado di condizionare le vite nel futuro prossimo sono: "Le guerre per il 46,2% degli italiani, per il 45,0% le crisi economiche, per il 37,7% i virus e le nuove minacce biologiche alla salute, per il 26,6% le instabilità dei mercati globali (dalla scarsità delle materieprime al boom dei prezzi dell’energia), per il 24,5% gli eventi atmosferici catastrofici, con temperature torride e precipitazioni intense, per il 9,4% gli attacchi informatici su vasta scala".
Cosa è insopportabile
Il rapporto rileva che il 66,5% degli italiani (oltre 10 punti percentuali in più rispetto al 2019 pre-Covid) guarda al futuro proprio e della propria famiglia con senso di insicurezza a una percezione del rischio che condiziona il quotidiano.
"È l’assottigliamento del diaframma tra la grande storia e le microstorie della vita individuale a generare nei nostri tempi la percezione di rischi di tipo nuovo, potenti e incontrollabili".
A fronte di ciò ecco che divengono più insopportabili che mai disparità ed eccessi: "L’87,8% l’eccessivo gap esistente tra le retribuzioni dei dipendenti e quelle dei manager; l’86,6% i bonus milionari di buonuscita per i manager, pagati per andarsene piuttosto che per lavorare; l’84,1% le tasse troppo ridotte pagate dai giganti del web; l’81,5% i facili, immeritati guadagni di influencer, personaggi senza un comprovato talento e competenze certe; l’80,8% le remunerazioni milionarie di azionisti e manager".
Ancora, il 79,7% degli italiani trova insopportabile "l’incremento boom dei patrimoni dei super-ricchi; il 78,7% gli eccessi e gli sprechi per le feste delle celebrities; il 73,5% l’uso di jet privati da parte di ricchi paperoni; il 71,0% lo sfrecciare di auto potenti e Suv dai consumi incontrollati; il 70,5% la presenza di piscine e giardini da innaffiare nelle grandi ville private; il 69,4% l’esibizione sui social network di vacanze e viaggi di gran lusso; il 69,3% l’ostentazione di spese stratosferiche per ristoranti, hotel, locali notturni".
E si respirano stanchezza e rassegnazione: "Al di là di possibili, improvvise fiammate conflittuali - è l'analisi Censis - non si registrano intense mobilitazioni collettive attraverso scioperi, manifestazioni di piazza e cortei. Piuttosto emerge il massificarsi di una ritrazione silenziosa dalla partecipazione ad ambiti costitutivi del vivere civile".
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI