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Attualità venerdì 01 aprile 2022 ore 17:01

Stop emergenza ma i ricoveri aumentano, Rt a 1,24

Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è al 4,7% contro 4,5% della settimana precedente, in aree mediche sale dal 13,9% al 15,2%



ROMA — L'emergenza sanitaria è cessata in Italia ma non all'interno degli ospedali che continuano a registrare ingressi di pazienti con sintomi di infezione da Coronavirus nelle aree mediche e nelle terapie intensive.

Il monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute presenta un quadro epidemiologico che sembra stridere con l'allentamento delle misure di prevenzione e gestione della pandemia che sono scattate da stamani, primo Aprile.

L'incidenza settimanale dei casi di Covid è in calo a 836 ogni 100.000 abitanti nel periodo dal 25 al 31 Marzo contro 848 ogni 100.000 abitanti della settimana precedente.

Nel periodo dal 9 al 22 Marzo l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è a 1,24, in aumento rispetto all'1,12 della settimana precedente e mai così alto dalla fine di Dicembre.

La pressione sugli ospedali

Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è salito al 4,7% contro il 4,5% della settimana precedente. 

Il tasso di occupazione nelle aree mediche è salito al 15,2% contro il 13,9%. Viene dunque superata quella soglia di allerta del 15% che avrebbe portato alla fascia superiore di rischio nella scala dei colori che da oggi non ha più valore.

L'incidenza più alta in Umbria, poi Puglia e Abruzzo tutti sopra i 1.000 casi rispetto al valore medio nazionale di 836 casi ogni 100 mila abitanti. 

In area medica è ancora l'Umbria a segnare il tasso più alto di occupazione dei posti letto con 34,6%, poi la Calabria e la Basilicata. Nelle terapie intensive la Sardegna è a 10,3%, seguita da Calabria a 10,1% e Abruzzo a 8,8%.

Sono diminuiti i casi rilevati dall'attività di tracciamento dei contatti che segna il 14% rispetto al 15% della scorsa settimana mentre restano stabili la quantità di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi, al 37%, ed i casi diagnosticati attraverso l'attività di screening, al 49%.


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