Cronaca mercoledì 16 ottobre 2024 ore 19:05
Bonus facciate con frode, sequestro da 10 milioni di euro
Fra imprese e privati, sono 32 i soggetti economici con crediti d'imposta ritenuti fittizi individuati dalla Finanza in Toscana e non solo
TOSCANA — Bonus facciate con frode in Toscana e non solo, con crediti d'imposta ritenuti fittizi per 10 milioni di euro attualmente detenuti da 32 fra imprese e persone fisiche individuate dalla Finanza in Toscana nelle province di Firenze, Pisa e Pistoia e fuori regione a Bologna, Venezia, Roma, Milano, Modena, Padova e Ravenna: sono state le Fiamme Gialle di Thiene, a Vicenza, a scoperchiare la rete nazionale di indebite compensazioni e frodi sulle cessioni di crediti d’imposta relativi all'agevolazione che ne consentiva il riconoscimento pari al 90% dell’importo dei lavori di rifacimento di facciate esterne degli edifici.
I militari hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo di crediti d’imposta ritenuti fittizi per oltre 10 milioni di euro nei confronti dei 32 soggetti economici detentori, denunciando il legale rappresentante di una Srl per “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”.
Le indagini sono partite proprio dalla Toscana, in particolare dal fallimento di una Srl che fino al 2019 aveva sede nella Città metropolitana di Firenze e che si era poi trasferita in Veneto, dove era stata dichiarata fallita. Era emerso che il legale rappresentante di quella società fra Ottobre e Novembre 2021 aveva ceduto alla Srl, a pochi giorni dal fallimento, quei crediti d'imposta milionari.
Da lì poi i crediti erano stati ceduti integralmente a 9 imprese. Fra queste anche "cinque evasori totali", ovvero imprese "coinvolte in indagini per reati finanziari, le quali hanno effettuato successive e svariate cessioni dei medesimi crediti d’imposta a vari soggetti economici dislocati, per la quasi totalità, nel Centro-Nord Italia", illustra la guardia di finanza in una nota.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di appurare che quei crediti sarebbero stati generati e ceduti attraverso la "fittizia attestazione dell’esecuzione di lavori di ristrutturazione su 67 immobili, identificati con dati catastali progressivi tra loro (evidenziando, quindi, un’improbabile coincidenza) non presenti (ad eccezione di un unico caso) nella banca dati che censisce tutte le unità immobiliari nazionali".
Fatture zero, per lo meno nei confronti del primo cedente che non era per altro né proprietario né locatario degli immobili in questione.
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