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Attualità giovedì 27 novembre 2025 ore 10:30

Famiglie al risparmio anche sui beni essenziali

calcolatrice
Foto di: Cgil Toscana / Facebook

Gli stipendi non bastano, così si taglia persino su cibo e salute. Molti i lavoratori precari o in part time involontario. "Ho paura di non farcela"



TOSCANA — Gli stipendi non bastano più, così le famiglie toscane hanno iniziato a risparmiare non più solo sulle spese voluttuarie, ma anche rinunciando a capitoli essenziali per la vita quotidiana. Secondo lo studio "Noi e il denaro nel tempo" dell'Osservatorio permanente sui redditi individuali e sulla condizione economica delle famiglie toscane - messo in piedi da Ires Toscana, Cgil Toscana e Caaf Cgil Toscana - la responsabilità principale del fenomeno è nella crescente polarizzazione fra lavoratori stabili e precari che rende difficile far quadrare i conti a fine mese. 

Uno degli intervistati ha raccontato di dover assumere psicofarmaci per gestire l'ansia legata alla paura di non farcela. La sua testimonianza e con le altre qui di seguito.

L'indagine presentata ieri - curata da Ires con il ricercatore Andrea Cagioni e il coordinamento del presidente Maurizio Brotini, Alessandra Coli e Veronica Dorgali - si è fondata su 100 interviste condotte tra Giugno e Agosto presso gli sportelli Caaf Cgil delle aree fiorentina e pratese. Più di metà dei lavoratori intervistati hanno dichiarato di avere contratti precari e molti hanno ammesso di non riuscire più ad arrivare serenamente a fine mese col loro stipendio.

La presentazione del rapporto

La presentazione del rapporto. Al centro Rossano Rossi, a destra Maurizio Brotini

 

Il 55% del campione ha dichiarato di aver ridotto o tagliato spese per bisogni essenziali come salute, alimentazione o tempo libero. Le storie? Eccole per come riferite dagli studiosi.

Le testimonianze

“Uno stipendio mi entra, ma con tutte le cose da pagare non arrivo a fine mese” (Commessa, 40 anni).

“Se non ci fosse Caritas, noi non si andrebbe avanti” (Disoccupato, 29 anni).

“Mi tocca prendere psicofarmaci, ho paura di non farcela”, (Operaio, 48 anni).

Non riesco più ad andare dal dentista o a fare visite preventive: tutto è diventato un lusso” (Docente precaria, 58 anni).

“Prima andavo in vacanza due volte l’anno, ora una settimana sola. Compro le scarpe solo quando sono distrutte” (Dottoressa fiorentina).

“Persino il taglio dei capelli è diventato un sacrificio” (Assistente familiare, 39 anni).

Ho rinunciato a curarmi e anche a cercare di avere figli, non ce la faccio” (Commessa, 40 anni).

“Nel 2022 riuscivo a mettere qualcosa da parte, ora no. I risparmi si stanno erodendo” (Cuoco comunale, 52 anni).

“Pigliavo meno ma stavo meglio. Ora ho più stipendio, ma arrivo a fine mese col fiato corto” (Impiegata comunale, 46 anni).

C'è chi sta meglio

Accanto a chi vive difficoltà, una minoranza (circa il 20%) racconta esperienze positive.

“Ho avuto promozioni e aumenti salariali, la mia situazione è migliorata” (Quadro,  settore energetico).

“Mi ritengo fortunato: buone condizioni di lavoro, welfare aziendale e sindacato presente fanno la differenza”, (Impiegato metalmeccanico, 54 anni).

L'analisi dei dati

“Cresce la polarizzazione sociale, tra chi ha un lavoro stabile e chi vive nell’incertezza, tra chi riesce a programmare il futuro e chi è costretto a rinunce quotidiane", dice Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana. "Avere dati solidi e aggiornati è essenziale per costruire analisi e proposte: questa ricerca ci aiuta a leggere la realtà non solo attraverso i numeri, ma attraverso le vite delle persone". 

“L'inchiesta mostra processi di polarizzazione all'interno dell'area del lavoro dipendente che non solo si accentuano, ma che debbono essere letti anche attraverso l'integrazione o meno con altre fonti di reddito, siano esse entrate da investimenti finanziari o soprattutto proventi da immobili di proprietà dati in affitto", commenta Maurizio Brotini, presidente di Ires Toscana. 

"Anche nella casistica dei proprietari rileva rispetto alla situazione economica avere un mutuo in corso o meno. Nelle fasce del lavoro povero, precario, a partita Iva con basso fatturato, a nero, l'eliminazione del reddito di cittadinanza ha comportato uno sprofondamento economico sociale ed esistenziale e il peso delle utenze come acqua-luce-gas-rifiuti è divenuto insopportabile, consegnandoci la lotta contro il caro vita un punto essenziale nella mobilitazione sindacale”.

“Abbiamo messo a disposizione i dati del Caaf perché rappresentano un patrimonio unico per capire come stanno davvero le famiglie toscane", spiega il presidente di Caaf Cgil Toscana Claudio Guggiari. "Ogni giorno i nostri sportelli raccolgono informazioni preziose su redditi, Isee, spese e difficoltà reali delle persone. Trasformare questi dati, in forma aggregata e anonima, in conoscenza utile per la ricerca e per l’azione sindacale significa dare valore al nostro lavoro e al rapporto di fiducia che ogni giorno costruiamo con i cittadini".


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