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Attualità venerdì 06 gennaio 2023 ore 11:11

Marchi territoriali, due toscane nella top ten nazionale

campagna toscana

La Toscana da sola detiene il 10% sul totale dei riconoscimenti in Italia nelle aree dei disciplinari Ig. Natura, cultura e gastronomia in pole



TOSCANA — Ci sono anche le province di Siena e Grosseto nella top ten nazionale di quelle col maggior numero di brand territoriali, riconoscimenti che valorizzano e pubblicizzano le risorse naturali, gastronomiche, storiche, culturali e turistiche nelle aree dei disciplinari Ig.

Siena con 114 certificazioni si colloca al terzo posto, mentre Grosseto si trova al nono con 81. Entrambe spingono la Toscana ai vertici nazionali con 300 riconoscimenti tra presidi Slow Food, Città del Vino, Città dell’Olio, paesaggi rurali, siti patrimonio Unesco, Parchi Nazionali ed altri.

A fare il conto e stilare la graduatoria è Coldiretti Toscana sulla base dei dati dell’Osservatorio degli indicatori territoriali di qualità e sostenibilità. La Toscana detiene da sola il 10% del totale dei riconoscimenti nazionali che sono 2.745. Solo la Lombardia ne ha di più.

I primati? Eccoli. La Toscana ha il maggior numero di Strade del Vino, olio e sapori d’Italia (21), Strade dell’Olio (51), paesaggi rurali (6), riserve statali (35), Oasi del Wwf (15). Ma ha anche 41 riconoscimenti per le Città del Vino, 20 presidi Slow Food, 11 per le città del Bio, 38 Bandiere Arancioni, 4 siti Fai, 8 siti Unesco, 3 parchi nazionali, 3 parchi regionali, 44 riserve regionali e 68 aree protette.

A beneficiare della straordinaria ricchezza di brand territoriali è senza dubbio il turismo rurale che ha visto, nel corso degli anni, esplodere l’ospitalità agrituristica con 5.380 strutture e un altro primato: 6 dei 10 comuni italiani con almeno 100 agriturismi si trovano proprio in Toscana. Un milione invece sono gli ospiti delle strutture: quasi un terzo del totale nazionale, soprattutto stranieri.

L'analisi dei dati

“Le produzioni di qualità, certificate, insieme alle tante certificazioni e ai presidi agroalimentari rappresentano un antidoto allo spopolamento di molte aree marginali perché in grado di creare opportunità per i giovani, connettere le realtà presenti e richiamare flussi turistici", afferma il presidente regionale dell'associazione degli agricoltori Fabrizio Filippi.

"Ed è proprio in queste aree dove la multifunzionalità delle aziende agricole genera valore per le comunità, rappresenta un antidoto all’abbandono delle campagne e dove la ricettività agrituristica si è maggiormente sviluppata anche come diretta conseguenza dell’enorme patrimonio di biodiversità - spiega - che i brand territoriali e le produzioni di qualità, le Ig, valorizzano ed esaltano. E’ infatti forte la connessione e la relazione tra la presenza delle certificazioni e quella turistico ricettiva”.


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