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Attualità martedì 31 ottobre 2023 ore 18:35

Per omaggiare i defunti 5 milioni di fiori toscani

crisantemi

La floricoltura fa i conti con l'aumento dei costi di produzione, ma le corolle made in Tuscany conservano invariati i prezzi dell'anno scorso



TOSCANA — Crisantemi, crisantemina, anthurium e rose, orchidee ma anche ciclamini: sono questi i fiori più indicati, e regalati, per omaggiare i propri defunti in occasione della ricorrenza del 2 Novembre. La floricoltura toscana è pronta ad accontentare il mercato con 5 milioni di fiori che - pur se il settore fa i conti con un aumento dei costi di produzione - all'origine avranno prezzi invariati rispetto allo scorso anno.

A tracciare il quadro di una situazione in cui la domanda supera l'offerta sono Coldiretti Toscana e l’Associazione nazionale fioristi e floricoltori italiani (Affi): "In Toscana il settore del florovivaismo sta facendo i conti con il costante aumento delle importazioni di fiori dall’estero e con la ridotta capacità di produzione delle imprese, strozzate dall’aumento dei costi di produzione (+10%) e dagli attacchi degli insetti alieni come il tripide e la cimice asiatica favoriti dal caldo fuori stagione che hanno richiesto sforzi straordinari di contenimento. Nonostante tutto i prezzi all’origine saranno in linea allo scorso anno", spiegano in una nota.

La ricorrenza del 2 Novembre è un appuntamento di pese per le aziende florovivaistiche, e vale fino a un quinto del loro fatturato: "La coltivazione dei fiori di Ognissanti ha in Toscana, tra Viareggio e Pescia, il suo principale polo produttivo dove vengono coltivati da un centinaio di aziende specializzate 5 milioni di esemplari tra crisantemi e crisantemine che vengono commercializzate proprio in questo periodo e che valgono oltre 3 milioni di euro". 

La difficoltà a reperire manodopera, l’incidenza dei fattori produttivi che riducono le marginalità dei florovivaisti e la concorrenza sleale selvaggia, spiegano gli esperti del settore, hanno portato nel corso degli anni ad una progressiva riduzione della produzione toscana nonostante la domanda superi l’offerta.


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