Attualità venerdì 06 settembre 2024 ore 19:10
Rapporto Caritas, nel 2023 aiutate 28mila persone
I dati raccolti dai centri diocesani in tutta la Toscana danno il quadro della povertà in regione: i nuovi poveri sono il 30% del totale
TOSCANA — La pandemia aveva fatto schizzare in alto i numeri della fragilità, mentre oggi, nonostante i dati dimostrino una certa stabilità, il Rapporto sulle povertà elaborato dalle Caritas della Toscana dimostrano come queste fragilità permangano.
Nel 2023, come riportato dal Rapporto presentato nella giornata di oggi, venerdì 6 Settembre, le Caritas della Toscana hanno incontrato 28.203 persone fragili, 61 in più rispetto al dato dell’anno precedente, con un incremento dello 0,2%, dopo che il loro numero era cresciuto del 20%.
"Il Rapporto ci dice che in Toscana si sta bene, e allo stesso tempo ci invita a non abbassare la guardia perché lo scivolamento verso il basso è sempre possibile per tutti - ha spiegato il vescovo Mario Vaccari, delegato della Conferenza Episcopale Toscana per la Carità - perdere il lavoro, avere un lavoro povero, la rottura del vincolo familiare e la precarizzazione del percorso migratorio sono solo alcuni dei motivi che le Caritas della Toscana raccontano come cause di impoverimento. Siamo chiamati a non fermarci alla domanda che intercettiamo come Chiesa, ma anche la società civile è chiamata in causa: nella nostra regione molto si sta facendo, soprattutto con la costruzione di tavoli zonali di confronto e di contrasto alla povertà, ma il cammino è ancora lungo".
La quota di persone incontrate per la prima volta negli ultimi 12 mesi, le cosiddette nuove povertà, ammonta al 29,3%; quella delle persone già conosciute e seguite dalle Caritas da almeno 6 anni, invece, è pari al 39%. Si tratta perlopiù di donne, una quota leggermente più elevata di quella dell’anno precedente, e per la maggior parte dei casi sono persone tra i 25 e i 54 anni.
Per quanto riguarda l'accoglienza dei migranti, i centri Caritas hanno rappresentato un punto di riferimento importante anche nel 2023, con più del 65% delle persone incontrate costituite da stranieri. A rivolgersi ai centri Caritas non sono solo persone che non lavorano, ma anche quelle con un impiego ma che, pur avendo un’occupazione, il loro reddito da lavoro non è sufficiente rispetto ai bisogni del nucleo familiare.
Per l’assessora Serena Spinelli, Assessora alle Politiche Sociali della Regione Toscana, "Anche i dati raccolti dalle Caritas della Toscana ci confermano che la povertà non tende ad arretrare, anzi, sempre più spesso, si allarga verso nuove povertà - ha commentato l'assessora regionale alle Politiche sociali, Serena Spinelli - il Governo, peraltro mettendo in difficoltà le Regioni e i Comuni e nonostante l’impennata determinata dalla pandemia, è andato nella direzione di combattere i poveri piuttosto che la povertà. Come Regione continuiamo a fare ogni sforzo possibile per prenderci cura dei bisogni e dei diritti delle persone, lavorando nell’ottica di un welfare di comunità, che veda la massima sinergia tra gli enti locali, i servizi territoriali e il prezioso lavoro del terzo settore e del volontariato".
Infine, la maggior parte, circa il 47%, sono persone che vivono in nuclei familiari, dunque con il coniuge, il partner o altri parenti: nel 39,5% dei casi hanno figli e nel 25,5% hanno figli minori conviventi. Guardando alla condizione abitative, si osserva che solo una parte contenuta è senza casa e senza tetto (3,9%), cui si aggiunge una quota di persone che si procura un tetto con soluzioni estremamente precarie ed insicure (2,7%). Un'altra quota consistente è senza casa ma dispone comunque di un tetto perché domiciliata presso centri di accoglienza di vario tipo, istituti religiosi, strutture sanitarie residenziali, istituti di detenzione penale, alberghi, ecc. (9,8%) oppure perché ospite stabile o temporaneo di parenti, amici o conoscenti (1,8%) .
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