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Attualità venerdì 14 febbraio 2025 ore 08:00

San Valentino, uno su due dice "Ti amo" con i fiori

ranuncoli
I ranuncoli si fanno largo nelle preferenze per San Valentino

Rose intramontabili, ma anche ranuncoli, gerbere e tulipani sono tra le varietà più gettonate per il bouquet della festa degli innamorati



TOSCANA — Anche per il San Valentino 2025 oltre un toscano su due (52%) dirà "Ti amo" con i fiori. Le intramontabili rose, certo, ma nel bouquet della festa degli innamorati si fanno largo sempre più prepotentemente anche ranuncoli, tulipani e gerbere, anemoni e garofani.

Il mazzolin di fiori è prediletto rispetto alla concorrenza di cioccolatini (30%), capi di abbigliamento (13%) e gioielli (5%). 

A dirlo è un sondaggio di Coldiretti Toscana e Affi, l’associazione dei floricoltori e fioristi italiani: “San Valentino è una ricorrenza molto importante per sostenere quasi 3.000 imprese regionali in un momento delicatissimo di rilancio, rinnovamento ed investimenti sulla sostenibilità e sulle nuove tecnologie, ma anche di concorrenza sleale dovuto all’aumento del 47% di importazioni di fiori dall’estero", spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana che mette l'accendo sul ruolo chiave del consumatore nell'acquisto di fiori locali.

Imbattibile tra i fiori di San Valentino, simbolo per antonomasia dell’amore e della passione, la rosa è tra le coltivazioni che negli ultimi anni è purtroppo quasi del tutto sparita in Toscana per effetto della concorrenza di paesi come Kenya e Colombia, che possono produrle a costi molto inferiori sfruttando anche condizioni climatiche più favorevoli che non richiedono di riscaldare le serre ma anche manodopera in condizioni di sfruttamento, minori inclusi.

“Se 20 anni fa le rose erano un fiore molto diffuso nelle nostre aziende, oggi non più: costa troppo produrle e c’è una grande concorrenza dei paesi dove non c’è bisogno di riscaldare le serre. Le rose sono state sostituite da ranuncoli, gerbere e viola a ciocche, produzioni che stanno conquistando il mercato e che vanno promosse", è l'analisi di Cristiano Genovali, presidente Affi.


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