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giovedì 14 novembre 2024

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​DIZIONARIO (ottava puntata) (politica e dintorni)

di - lunedì 11 marzo 2024 ore 08:00

Giochi di ruolo

I partiti si divertono a momenti a scambiarsi le parti. Una sfida simile, lanciata da chi è sicuro di sé, si verifica nei giochi come gli scacchi o la dama quando si gira la scacchiera per manovrare i pezzi che fino a un attimo prima erano quelli dell’avversario. Così gli argomenti di destra diventano di sinistra e viceversa (per poi, a seconda dell’utilità o della necessità, tornare sulle antiche posizioni) alle spalle di militanti e simpatizzanti, costretti o pronti ad adeguarsi, perplessi o pecoroni (vedi voce seguente: Raffinatezza).

Raffinatezza

Raffinatezza estrema nella sua perversione è la sfida che il potere, di qualsiasi tipo esso sia, conscio della propria forza, ingaggia per imporre il contrario della verità. È la capacità di cambiare il nero in bianco e viceversa (a volte per legge: facit de albo nigrum). Cristo non è morto dal sonno! (almeno finché non farà comodo sostenere l’opposto).

È il trionfo della sofistica. Soggettivismo, relativismo, capacità d’interpretazione al sommo grado: caratteri positivi fondati sull’intelligenza e sulla razionalità dell’uomo, qui declinati nell’aspetto peggiore, nella versione ingannevole, opportunistica o utilitaristica.

Ovvietà

L’ovvio è detestabile. È il giudizio dello snob che vuole distinguersi a tutti i costi. Ci sono d’altra parte invece considerazioni meno superficiali e stravaganti per avvertirne il fastidio. Quando l’ovvio non è l’accordo comune, base di una civile convivenza, ma è proclamato come una battaglia da condurre, ed è lo scontato che non occorrerebbe ribadire, allora ingenera sospetto. Perché ricorrervi? Per quale motivo? Contro chi?

Aberrazioni

Le nefandezze di una democrazia non si possono criticare, né tanto meno condannare, perché a commetterle non è una dittatura. Questa argomentazione affonda l’origine nel concetto di (un indispensabile) “lavoro sporco”?

Uno Stato democratico non deve ricorrere a misfatti perché si alienerebbe l’opinione pubblica di altri Stati democratici (non per le vittime), in altre parole, rischia di diventare antipatico.

Iniquità e azioni deplorevoli non sono da compiere perché controproducenti: favoriscono la causa delle vittime che li subiscono. Sorprendente che non si rilevi la stravaganza di una simile argomentazione sempre più diffusa e applicata ai casi più diversi.

Il livello di smog non va superato perché altrimenti si rischia d’incorrere in una multa dell’Europa (e dei danni alla salute?).

Questi tre esempi di aberrazioni, se non si riferissero a fatti gravi e non fossero pronunciate con serietà, potrebbero far sorridere come spiritose bizzarrie.