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Esternazioni

di - domenica 18 aprile 2021 ore 07:51

Che paese l’Italia! Questa pandemia dovrebbe unirci, perché se qualcosa ci insegna -dice il Presidente della Repubblica- è che ognuno dipende dagli altri e viceversa. Ma i Presidenti delle Regioni si sentono “governatori” e si comportano ognuno -o quasi- a proprio piacimento. Compagni! Va bene decentrare, ma senza esagerare. Mi viene a mente un nostro vecchio allenatore di calcio: Tutti avanti! Tutti indietro! Ma fate un po’ come c...o (1) vi pare! Dio inglese! Che purtroppo non era una bonaria, per quanto arbitraria, attribuzione nazionale alla divinità. Era stato fascista e con la “perfida Albione”(2) non gli era rimasto un grande feeling.

Ma torniamo a noi. Il Presidente della Campania non accetta le disposizioni nazionali del Generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, che dispone di vaccinare prima gli anziani e le persone fragili, i soggetti a rischio: significa quelli che muoiono. Ma De Luca -settantunenne, giustamente già vaccinato- dice che lui non seguirà queste indicazioni e vaccinerà anche le categorie economiche. Intendiamoci, non è che non ce ne sia ragione -economica e... politica- ma se non sbaglio stavamo parlando della vita. E poi si dice l’importanza della punteggiatura e il significato ambivalente delle parole! A Napoli -ad esempio, ma non solo- dire: “Erri De Luca” è ricordare un bravo scrittore. Invece dire: “Erri, De Luca” è ricordare al Presidente della Campania che sbaglia, come spesso gli succede. A volte basta una virgola, un nonnulla per cadere in errore.

E non basta. Sicilia e Sardegna -quest’ultima tornata imprudentemente bianca e di nuovo inevitabilmente rossa, poiché nessuno impara da se stesso- propongono l’immunizzazione delle isole per prepararsi al flusso turistico. Ma l’Emilia ed altre regioni si oppongono perché temono, anch’esse non senza ragione, una sleale concorrenza turistica. Che comunque ci faranno altri paesi. La Sicilia trucca i conti della pandemia, la Lombardia li sbaglia. Zingaretti, per il Lazio e non solo, propone che il vaccino sia impiegato con priorità nelle carceri e francamente non so dargli torto. Personalmente non sono nemmeno d’accordo con la decisione di non aiutare i paesi poveri a dotarsi del vaccino finché non avremo raggiunto l’immunità di gregge in patria. Al contrario sono fra i pochissimi a condividere la richiesta per i poveri di una solidarietà immediata, anche per ragioni di sicurezza, in questo mondo bisognoso, disuguale e globale. Ma, insomma, il problema non è chi abbia ragione o torto. Il problema è se c’è un Paese. Uno solo, il nostro. E, rimanendo umani e democratici, dargli retta.

Avete notato che da quando il Generale Figliuolo ha ricevuto l’incarico e gira l’Italia vestito da militare, essendolo, Salvini veste più elegante, in abiti civili, senza più camuffamenti felpati delle varie forze dell’ordine? Meglio così. Comunque è l’unico della maggioranza di governo che, per accrescere i propri consensi, si comporta in maniera dissonante, continuando a fare l’oppositore interno e internazionale. Le richieste di apertura anticipata delle attività commerciali -che pure da tutti, se non condivise, sono comprese- da lui sono state di continuo sbandierate ai quattro venti finendo, più o meno consapevolmente, per giustificare, quasi spalleggiare, i moti di piazza degli operatori commerciali. Alcuni manifestanti, gli animi esacerbati e messi a dura prova, si sono lasciati andare a gesti violenti. Che poi tante cose si possono capire, ma la violenza non si giustifica e chi si accompagna agli esponenti di CasaPound, come è avvenuto a Roma in quelle manifestazioni, non ha mai ragione. O da ragione si fa torto. Per motivi che non vale più nemmeno la pena di spiegare. Tra l’altro chi è che non vorrebbe riaprire, una volta in sicurezza? Una data, il 26 aprile è stata annunciata. Inutile e deprecabile che, al di là di ogni abile dichiarazione, ci sia chi se ne voglia, di fatto, attribuire il merito.

La Lega mostra il volto rassicurante del ministro Giorgetti e la protervia di Salvini. Si può essere partito di governo e di opposizione? Il PCI ai miei tempi è stato di lotta e di governo, ma era tutta un’altra cosa, con un diverso significato e un diverso comportamento. Anche a livello internazionale Salvini continua a strizzare l’occhio agli autarchi dei Paesi dell’Est, per non parlare di Putin. Che cosa avrà da guadagnare mai l’Italia dall’intesa con questi non si sa. Ogni sovranismo è sovranista anche contro gli altri sovranisti, ma sopratutto questo indebolisce l’unità e il senso stesso della democrazia europea.

Tra l’altro non si tratta solo di sostenere le ragioni del settore del commercio. Non si sente più parlare del Next Generation Eu o Recovery Fund che dir si voglia. Sarebbe meglio riprenderne le fila. Quali sono le nostre strategie industriali? La green economy, l’economia circolare, certo, ma a che punto siamo con il piano? In questo periodo nel mondo si sta combattendo una battaglia sotterranea per i semiconduttori, silicio e roba simile, insomma i micro-chip che sono alla base dell’economia digitale, altra direzione irrinunciabile di crescita. È in corso una guerra geopolitica per il predominio con l’Oriente che ne detiene il monopolio, se non quasi. L’America sta investendo, l’Europa segue, ma è indietro. Una buona strategia industriale in Italia sarebbe quella di non tralasciare o peggio svendere quello che c’è e rilanciare il settore. Insomma, oltre la sanità, l’istruzione e i servizi, bisognerebbe capire anche su quali attività produttive rifondare il Paese.

“Noi nel vaccino abbiamo sempre creduto, ma anche nel caprino, nel pecorino e nell’erborinato”. È la spiritosa e brillante campagna pubblicitaria di Eataly, rivolta sia al vaccino anti Covid che ai formaggi italiani. Però il patron di Eataly, Oscar Farinetti, chiude i punti vendita di Forlì e Bari: 80 disoccupati. Nel frattempo arriva il Johnson & Johnson in Italia e, con perfetta e scalognata coincidenza, in America stante il verificarsi di alcuni casi di trombosi -pochissimi su milioni e milioni di inoculati- il vaccino per precauzione è stato momentaneamente sospeso. Peccato, mi ero trovato così bene con lo shampoo! Almeno finché ho avuto i capelli.

Biden ha dato dell’assassino a Putin e Draghi del dittatore a Erdogan. La diplomazia non l’avrebbe consentito e la conferenza stampa di Draghi, subito dopo la sua esternazione in diretta, è stata differita su altro più riservato canale e sulla rete uno è stata mandata in onda una replica de L’Eredità con quel petulante di Flavio Insinna. Chissà come mai: qualcuno dice apposta. Io, al solito, non me n’ero accorto e sintonizzandomi solo durante la Ghigliottina ho indovinato la parola che legava le altre cinque. Era “squalo” e l’accostamento mi è venuto con “remora”. È chiaro perché; non mi fate fare il “sapone”(3), che non sono. Solo a quel punto mi sono reso conto che era una vecchia trasmissione, ma mi sono ricordato che avevo indovinato anche allora. Perché non ci azzecco quasi mai, a casa tutti mi pigliano per il c..o (4). Ma non è questo che volevo dire. Mi chiedo: tra le esternazioni di Biden e Draghi c’è una relazione? O sono stati “incidenti” casuali? Tra l’altro in questi giorni è stato scoperto quel miserevole episodio di spionaggio a nostro danno ad opera della Russia! Biden e Draghi sono due persone assai diverse: un presidente e un primo ministro, un politico e un economista, un americano e un italiano. Ma io penso che una relazione ci sia. Non che le esternazioni siano state concordate, ovvio. Ma che ci sia un comune sentire tra di esse, credo di sì. Non so dirvi di preciso perché, ma sento che c’è -e ci sarebbe da dirne anche sulla Cina- e a me, in fondo, pur tra mille distinguo, riserve e prudenze, quelle frasi buttate lì stanno bene così. Forse perché mi appaiono un’alleanza, una scelta di campo: la democrazia, i diritti civili. Cose così. O forse perché mi ricordano la favola di Andersen: il re è nudo! Qualcuno lo deve pur dire come stanno le cose. Nella fiaba a dirlo era un bambino innocente, è vero, ma questi non sono tempi favolosi e nemmeno innocenti, non lo sono mai stati. Lo so che non sarete d’accordo. Lo so, lo so. Buona domenica e buona fortuna.

Libero Venturi

Pontedera, 18 aprile 2021

(1) Le lettere mancanti sono “azz”: intercalare volgare con termine scurrile indicante l’attributo maschile.

(2) “L’Inghilterra”, durante il fascismo, perché nemica e per il suo antico nome celtico, fatto proprio dai romani forse anche in riferimento alle bianche scogliere di Dover.

(3) “Saputello”, credo.

(4) Le lettere mancanti sono “ul”: volgare di “sedere”.

Scusate le parolacce.