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Cronaca mercoledì 18 aprile 2018 ore 14:15

Botte e minacce nella casa di riposo-lager

Indagati sette dipendenti della struttura, sei dei quali sono stati interdetti dalla professione sanitaria. Le violenze riprese dalle telecamere



CASTEL SAN NICCOLO' — Alle prime luci dell'alba blitz dei carabinieri in una casa di riposo dell'Unione dei Comuni montani del Casentino dove alcuni dipendenti della cooperativa che ha in gestione la struttura infliggevano violenze e vessazioni agli anziani ospiti.

Fondamentali per l'esito delle indagini le riprese effettuate da alcune telecamere installate di nascosto dagli investigatori. Video drammatici in cui si vedono alcuni operatori che, di notte e di giorno, schiaffeggiano, insultano e maltrattano i degenti.

Nell'inchiesta sono indagate sette persone, sei donne e un uomo. In sei casi, il gip ha disposto l'interdizione dall'esercizio della professione sanitaria. Le indagini sono iniziate alla fine del 2017 quando uno degli operatori ha segnalato i comportamenti violenti di alcuni colleghi alle forze dell'ordine. Poco dopo ai carabinieri è arrivata la segnalazione di una famiglia che aveva rilevato strani lividi sul corpo del loro congiunto, ricoverato nella casa di riposo. E così è stata disposta l'installazione delle telecamere nascoste.

I familiari delle vittime dei soprusi non erano a conoscenza delle violenze così come niente sapevano gli amministratori comunali.

"Siamo pronti a costituirci parte civile in qualunque procedimento - ha dichiarato il presidente dell'Unione dei Comuni montani del Casentino Valentina Calbi - In questa orribile vicenda noi siamo parte lesa. La notizia dei maltrattamenti ai danni degli ospiti è stata un fulmine a ciel sereno, non abbiamo mai avuto non dico segnalazioni ma neppure il sentore che qualcosa del genere stesse accadendo. Il contatto fra le famiglie e gli operatori è molto frequente e non ha mai evidenziato quello che è emerso dalle indagini".

L'immobile in cui ha sede la casa di riposo è di proprietà del Comune di Castel San Niccolò.

"Come Comune abbiamo gestito la struttura direttamente fino al 2016 e abbiamo ricevuto casomai lettere di ringraziamento e non di lamentela - ha commentato il vicesindaco Antonio Fani - Anche a noi preme che si giunga il prima possibile alla verità perchè è davvero difficile immaginare che nei nostri paesi possa crearsi una situazione che ha drammatiche ripercussioni sulle vittime, sulle loro famiglie, sulle istituzioni, sull'intera comunità".


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