Attualità giovedì 10 settembre 2015 ore 14:30
Cinque stelle al fianco dei pendolari aretini
Interrogazione dei consiglieri regionali del M5S che chiedono alla giunta di risolvere le annose criticità sulla tratta ferroviaria verso Firenze
FIRENZE — Pochi treni, con un numero insufficiente di carrozze, tutte sovraffollate. Porte che si staccano in galleria, bonus pendolari che penalizzano chi scende alle fermate intermedie tra Arezzo e Firenze. Ispettori regionali che salgono sui treni lontani dalle ore di punta in cui si accumulano criticità.
E' molto lungo l'elenco dei disagi con cui da anni convivono i pendolari del Valdarno e che sono stati messi nero su bianco dai consiglieri regionali del Movimento 5 stelle nel testo dell'interrogazione depositata a Palazzo Panciatichi e a cui la giunta dovrà rispondere durante la prossima seduta fissata per il 22 settembre.
Un'interrogazione illustrata dal consigliere regionale Gabriele Bianchi che ha chiesto all'amministrazione di passare dalla parole ai fatti. "“Abbiamo scritto questa interrogazione - ha spiegato Bianchi - raccogliendo le istanze dei pendolari del Valdarno, stufi di una giunta Rossi preoccupata più delle dichiarazioni da rilasciare alla stampa che della soluzione tangibile ai loro problemi. Quest’estate la tratta ferroviaria Arezzo – Firenze è stata segnata da episodi incredibili di disagio e incuria. Abbiamo visto persino saltare una porta di un treno nuovo, appena presentato come soluzione al problema dei pendolari, per poi scoprire che quel mezzo non è idoneo alla tratta in concomitanza col passaggio dei treni dell’alta velocità. Ma c’è di più: il bonus promesso per i ritardi inqualificabili – qualcuno abbandonato a soste sotto il sole e senza aria condizionata – è stato calcolato valutando l’orario d’arrivo finale, negando così il rimborso a tutti i pendolari delle stazioni intermedie".
Un'accusa cui ha fatto eco quella di Tommaso Pierazzi, attivista M5S del Valdarno e punto di raccordo con i comitati dei pendolari .
“Abbiamo bisogno di semplici iniziative di buon senso - ha detto Pierazzi -: oggi un pendolare che vuole arrivare a Firenze alle 7 deve prendere un treno che parte alle 4:57, perché ogni altra soluzione successiva arriva dopo quell’ora. Basterebbe rimodulare gli orari. Oppure altro caso eclatante è il gioco dei numeri: la Regione e Trenitalia dicono che per servire gli 8mila pendolari del Valdarno mettono a disposizione 10mila posti il giorno. Dimenticano di dire che il calcolo è sulle 24h mentre i pendolari si concentrano in tre ore ed è lì il disagio”
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