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Attualità Mercoledì 31 Dicembre 2025 ore 16:37

Dall'Elba alle Seychelles per salvare le tartarughe

Tre volontari del progetto Life TurtleNest hanno partecipato ad una missione nella riserva speciale di Cousin Island, paradiso delle tartarughe marine



COUSIN ISLAND — Dall’Isola d’Elba alle Seychelles per la tutela delle tartarughe marine. E' la storia di tre volontari del progetto Life TurtleNest a Cousin island, una piccola isola granitica dichiarata riserva speciale.

"Questo piccolo paradiso a ovest dell’isola di Praslin - si legge in una nota di Legambiente Arcipelago Toscano- è stata acquistata nel 1968 dall'International Council for Bird Preservation (oggi BirdLife International) per salvare dall’estinzione l'ultima piccola popolazione di parula delle Seychelles (Acrocephalus seychellensis) ed è stata trasformata da una piantagione di palme di cocco ecologicamente impoverita in una rigogliosa foresta indigena dalla quale traggono ora beneficio numerose altre specie che sono tornate a popolarla, comprese le gigantesche testuggini terrestri e le tartarughe embricate (Eretmochelys imbricata), specie classificata in pericolo critico di estinzione, e che ora scavano sulle coste di Cousin island dai 400 ai 700 nidi all'anno".

Sulla piccola isola vivono tutto l'anno sette ranger e il biologo inglese Chriss Tagg. A loro, durante il periodo della nidificazione, si aggiunge qualche volontario. Qui, in questo paradiso naturale di 29 ettari, tre tartawatchers elbani sono stati impegnati in una full immersion di formazione e monitoraggio delle spiagge dove le tartarughe embricate depositano le uova.

La riserva speciale è gestita da Nature Seychelles, un associazione non governativa che si occupa di conservazione ambientale e con la quale Legambiente nazionale, con il suo progetto europeo Life TurleNest, ha iniziato una collaborazione, il cui il primo passo è stato la visita di lavoro e formazione a Cousin di una piccolo gruppo di tartawatchers dell’isola d’Elba costituita da Isa Tonso, Tatiana Segnini ed Enrico Michelon che è stata accolta come una delegazione estera che ha avviato una collaborazione tra due arcipelaghi lontanissimi uniti dalle tartarughe marine.

Il programma di protezione delle tartarughe marine al quale ha partecipato attivamente il team elbano, che dal 2017 segue il progetto di Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano, consiste nel monitoraggio continuo delle spiagge di Cousin island dalle 6 della mattina alle 6 di sera, dato che le tartarughe marine embricate nidificano di giorno.

"In media - spiega Isa Tonso- si incontravano da 5 a 15 tartarughe al giorno e andavano seguite durante tutta la fase delle nidificazione , si contavano le uova, se possibile, si misuravano e se erano taggate si registrava il numero, se no andavano apposte le targhette di metallo su entrambi le pinne anteriori . In alcuni casi il nido andava traslocato in un luogo più sicuro quando deposto troppo vicino al mare. Abbiamo assistito a cose che da noi è impossibile vedere, come un paio di tartarughe senza una pinna posteriore. Una la prima volta è uscita proprio davanti alla casetta dove stavamo e ha provato a scavare per più di tre ore, ha fatto 16 body pit e 9 tentativi di scavo ma non ce l’ha fatta.  È riuscita dal mare anche il giorno dopo ed è rimasta fuori almeno altre tre ore ma anche questa volta non ce l’ha fatta. Oppure delle due tartarughe che hanno nidificato in contemporanea a meno di un metri di distanza. O le tartarughe che scavavano sopra altri nidi facendo volare le uova con all’interno embrioni già ben sviluppati".

"Sono stati venti giorni di immersione totale in una natura amica - concludono i tre volontari elbani- che ci ha regalato tante emozioni e che ci ha consentito di avere molta più dimestichezza con le tartarughe e con i loro comportamenti".


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