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Attualità venerdì 15 maggio 2020 ore 17:30

Si è spenta una stella, è morto Ezio Bosso VIDEO

Il compositore e direttore d'orchestra è spirato a 48 anni. Soffriva di una grave malattia degenerativa. E' stato amatissimo dal pubblico toscano



BOLOGNA — Il mondo ha perso una delle sue stelle più luminose: è morto nella sua casa di Bologna Ezio Bosso, pianista, compositore, direttore d'orchestra, un artista straordinario amato in tutto il mondo, un uomo che, se avevi la fortuna di assistere a un suo concerto, ti entrava nel cuore, te lo metteva a sconquasso e poi rimaneva piantato lì, in un angolo, incantevole custode delle emozioni e dei sentimenti più elevati.

Nato nel 1971 a Torino, nel 2011, al culmine di una carriera internazionale, Bosso fu operato di un tumore al cervello e poi fu aggredito da una malattia neurodegenerativa che avrebbe ucciso chiunque in pochi mesi ma non lui, che invece ha vissuto per altri nove anni grazie all'immenso amore per la musica e alla volontà invincibile di condividerla con il maggior numero possibile di persone. Anzi, di esseri umani, come avrebbe detto Ezio.

"Se ci può essere un motivo per cui io sono ancora qui - raccontava al pubblico dei suoi concerti - credo che sia per condividere con voi la musica. Perchè la musica è come la vita, la si può fare in un solo modo: insieme".

A Firenze si è esibito per l'ultima volta nel 2016 al Teatro Verdi, tutto esaurito per due sere di fila. In quello stesso anno Carlo Conti lo volle al Festival di Sanremo e Bosso suonò di fronte allo sterminato pubblico televisivo dell'Ariston Following a bird, una delle sue composizioni più famose, ribattezzandola L'Uccellino perchè, spiegò poi, su Rai 1 non si può pronunciare la frase "Seguendo un uccello" senza rischiare reazioni scandalizzate. Nel 2018 tenne un concerto anche a Lucca e fu una delle sue ultime esibizioni perchè la malattia, nel suo inesorabile progredire, nel 2019 non gli lasciò altra scelta che abbandonare il palcoscenico.

Negli ultimi due mesi, l'isolamento a cui lo aveva costretto l'epidemia di Covid aveva aggiunto alle sofferenze fisiche quelle dell'anima: nelle sue ultime interviste Bosso raccontava lo sgomento e il dolore di non poter lavorare con la sua orchestra, scherzava sull'affanno che gli procurava la lontananza dai suoi musicisti e dagli amici, la definiva una condizione "non naturale".

Ezio Bosso era uno di quei rari uomini la cui presenza, il cui esempio, ti fanno venire voglia di diventare una persona migliore. 

Ci ha lasciato la sua musica: non saremo mai soli.

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Elisabetta Matini
© Riproduzione riservata


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