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Attualità lunedì 16 settembre 2024 ore 17:15

Allergie alimentari nei bambini sconfitte una briciola alla volta

La dottoressa Francesca Mori
La dottoressa Francesca Mori

I piccoli pazienti che in Toscana affrontano la desensibilizzazione orale al Meyer sono 2.500 e arrivano da tutta Italia. Una mamma racconta



FIRENZE — In Toscana le allergie alimentari nei bambini si sconfiggono una briciola alla volta. Accade all'ospedale pediatrico Aou Meyer Irccs di Firenze il cui team di allergologi attua, fra i pochi in Italia, il percorso di desensibilizzazione orale, proprio quello che ad esempio ha consentito a una bambina di arrivare a poter gustare una piccola porzione di pasta partendo da una briciola di fetta biscottata.

Il percorso di desensibilizzazione è lungo anni. Non uno scherzo per i piccoli pazienti - al Meyer sono oltre 3.000 quelli seguiti per allergie alimentari e 2.500 di loro, arrivati da tutta Italia, seguono l'iter di desensibilizzazione - e men che meno per le loro famiglie. Il risultato di pazienza e sacrificio, però, è la conquista di una vita fatta di maggior qualità e normalità a tavola.

“Noi siamo seguiti al Meyer dal 2018, ma arriviamo dalla Sicilia – racconta una mamma - e nonostante il sacrificio per gli spostamenti non cambieremmo perché i medici, competenti ed empatici, conoscono perfettamente la bambina: ormai una ragazzina che, grazie all'efficienza del personale di reparto e dell'ospedale, ha liberalizzato il latte e introdotto decine di alimenti che prima le erano vietati”.

Una briciola alla volta

Si tratta di un percorso lungo, che dura anni e che prevede una parte ospedaliera e una parte di prosecuzione a casa: “Spesso si parte da dosi infinitesimali. Con una nostra piccola paziente, che ha cominciato il percorso nel 2017 per una severa allergia al grano e che ora ha 12 anni, siamo partiti somministrando qui al Meyer 5 milligrammi di fetta biscottata (una briciola) per arrivare a consentire alla bambina di mangiare 40 grammi di pasta, negli anni”, racconta la responsabile dell’Allergologia del Meyer, Francesca Mori.

Attualmente al Meyer la desensibilizzazione viene fatta per il latte, l’uovo, la frutta a guscio, i cereali e i semi, su bambini e adolescenti selezionati in base a criteri come la severità dell’allergia, il rischio di assunzioni accidentali e l’elevata reattività del singolo soggetto anche per 'tracce'. 

Ad oggi è l’unica opzione terapeutica in grado di cambiare il decorso delle allergie alimentari. In alcuni casi - attentamente ponderati e selezionati in base a criteri come comorbidità età e allergie alimentari multiple - è possibile coadiuvare la desensibilizzazione orale con l’uso di farmaci biologici: l’abbinamento tra questi due trattamenti rappresenta una delle frontiere terapeutiche più promettenti nel campo delle allergie severe.

Allenare l'organismo a tollerare l'allergene

La desensibilizzazione orale per gli allergeni alimentari - tecnicamente immunoterapia specifica (ITS) - prevede che il bambino venga esposto a dosi progressivamente maggiori dell’allergene per aumentare la sua soglia di reattività.

È un po’ come se in questo modo si allenasse l’organismo all’incontro con allergeni pericolosi: ecco perché la desensibilizzazione deve avvenire in un centro dedicato (di solito un ospedale). 

In Italia sono poche le strutture pediatriche che la propongono: il Meyer è una di queste e per questo arrivano da noi bimbi da tutte le regioni. Si tratta di una opportunità terapeutica molto importante perché consente di migliorare la qualità di vita di molti bambini, specialmente quando trattiamo allergeni la cui ingestione accidentale, proprio per la grande diffusione degli alimenti che li contengono, può essere probabile, come succede ad esempio con il grano, il latte e la frutta a guscio”, spiega Mori.

Allergie: un fenomeno in aumento

Dati alla mano, fa sapere il Meyer in una nota, negli ultimi anni le allergie (alimentari e non) hanno subito, a livello nazionale e internazionale, un aumento esponenziale.

Purtroppo, a catena, sono aumentati anche i casi di anafilassi. Uno studio, appena pubblicato sulla rivista Clinical & Experimental Allergy, che porta la firma degli specialisti del Meyer in collaborazione con l’Università di Firenze ha analizzato retrospettivamente il numero degli episodi di anafilassi giunti al pronto soccorso del Meyer negli ultimi 20 anni: si è passati da 16 su 100mila accessi per anno nel periodo 2004–2010, a 22 per 100mila nel periodo 2011–2016, a 39 ogni 100mila nel periodo 2017-2023. 

In 20 anni, dunque, sono più che duplicati, con un aumento del 37,5% tra il primo e il secondo periodo e del 77% tra il secondo e terzo periodo. 

La buona notizia, invece: lo studio è andato a valutare l’impatto della formazione sui sanitari del pronto soccorso del Meyer, provando che l’introduzione di una formazione continua attraverso la simulazione pediatrica ha sensibilmente migliorato la capacità di impostare la correttezza delle diagnosi, la terapia in acuto e il conseguente invio a una corretta valutazione specialistica.


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