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Lavoro mercoledì 05 ottobre 2022 ore 19:20

Ciclofattorino morto sul lavoro, rider in piazza

Foto Daniele Calosi, Segretario Fiom FiPtPo

Sciopero e presidio a Firenze per ricordare il rider investito mentre si recava al ristorante per una consegna nella serata di sabato 1 Ottobre



FIRENZE — Sciopero e presidio in piazza Sant’Ambrogio a Firenze per il rider investito mentre si recava al ristorante per una consegna nella serata di sabato 1 Ottobre. La storia di Sebastian Galassi ha commosso tutta Italia.

Si tratta del terzo rider operante su piattaforma digitale morto in Toscana mentre lavorava, e si aggiunge ad un rider di Treviso deceduto solo poche settimane fa. Il giorno precedente erano stati registrati tre incidenti a Torino che hanno coinvolto rider che stavano lavorando.

La Cgil con le categorie Filcams-Filt-Nidil “Non resteremo in silenzio. Va superato il modello della paga a cottimo”. Al presidio anche il segretario della Fiom Firenze Pistoia e Prato.

"Buona l’adesione allo sciopero - recita una nota del sindacato - che ha riguardato i rider fiorentini delle società aderenti ad Assodelivery (Glovo, Deliveroo, Uber) ma anche quelli inquadrati come dipendenti nel comparto logistica (Just Eat e Runner Pizza), in solidarietà con i colleghi. Per tutti, l’esigenza di richiamare l’attenzione alla salute e sicurezza in un settore molto esposto ai rischi. In occasione della manifestazione di oggi a Firenze, sono partite iniziative di protesta e sensibilizzazione anche in altre città come Milano, Torino, Perugia, Roma."

In piazza Sant’Ambrogio diversi rider dal sagrato hanno preso parola per raccontare le loro storie.

La Cgil con le sue categorie Filcams, Filt e Nidil ha commentato “C’era bisogno di un momento di lutto e cordoglio, quanto successo è inaccettabile. Ringraziamo i tanti rider che hanno scioperato rischiando in proprio. Da Firenze il messaggio che parte oggi è forte: basta cottimo, basta morire per una consegna. Non si può andare avanti così. Chiediamo alle società aderenti ad Assodelivery di assumersi le proprie responsabilità, di riaprire i tavoli di confronto col sindacato e di garantire piene tutele ai propri rider, a partire da un modello retributivo che superi la paga a cottimo e assicuri un corretto inquadramento contrattuale, così come sancito dalle sentenze che in questi mesi sono state emesse da più Tribunali. Lavoratori e lavoratrici del settore delivery hanno bisogno di tutele, diritti, paghe decenti, sicurezza sul lavoro, in antitesi a un modello che spinge a correre per consegnare e guadagnare di più. E’ l’ora di risposte vere, senza le quali siamo pronti a mobilitarci come già fatto in passato. Chiediamo anche alla politica di fare la propria parte. La lotta non finisce qui”. Dopo il presidio si è svolta una assemblea della Cgil con i rider presenti in piazza.


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