Attualità venerdì 03 gennaio 2020 ore 18:20
Il volto oscuro delle mafie in Toscana
Le organizzazioni criminali nascoste dietro a denaro sporco e spaccio. L'analisi della Fondazione Caponnetto: "Qui la Corleone della mafia cinese"
FIRENZE — La presenza delle organizzazioni mafiose in Toscana e in Italia è stata al centro dell'analisi della Fondazione Antonino Caponnetto presentata a Firenze all'inizio dell'anno, il 2020, in cui cade tra l'altro il centenario della nascita del giudice Caponnetto. Presenti il procuratore nazionale antimafia Cesare Sirignano e il presidente della Fondazione Caponnetto Salvatore Calleri.
Ad affliggere la Toscana sono soprattutto il finanziamento di attività di vario genere da parte delle organizzazioni criminali, il riciclaggio di denaro sporco, le agromafie, i traffici di rifiuti e i animali, di droga fino alla tratta di esseri umani. E poi ci sono le mafie nigeriana, albanese e cinese.
Dall'analisi presentata risultano ben radicate in Toscana la mafia nigeriana, che controlla molte piazze dello spaccio di droga, quella albanese e quella cinese che, dal triangolo Firenze-Prato-Osmannoro, comanda in Italia e in parte dell'Europa. "Oggi - ha detto Salvatore Calleri - dobbiamo stare attenti a nigeriani e cinesi. Il triangolo Firenze, Prato, Osmannoro è per la mafia cinese quello che Corleone era per la mafia siciliana".
L'allarme lanciato dalla Fondazione Caponnetto è questo: nel 2020 la Toscana rischia di essere divorata dalla mafia in silenzio.
La risposta al dilagare delle mafie, è la cooperazione per poter aggredire il fenomeno su più fronti e impedirne l'ulteriore proliferazione.
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