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Attualità lunedì 17 giugno 2019 ore 12:30

Immigrazione, nasce l'osservatorio regionale

Parte il percorso che porterà alla costituzione di un osservatorio regionale dell'immigrazione per raccontare il fenomeno migranti in Toscana



FIRENZE — Nasce un osservatorio regionale dell'immigrazione per raccontare il fenomeno migranti in Toscana con dati obiettivi per approfondire in maniera scientifica l'impatto che hanno sul tessuto economico toscano le persone che arrivano da altri Paesi.

Il via all'osservatorio durante il convegno organizzato da Regione Toscana, Irpet e Anci al Teatro della Compagnia di Firenze dal titolo "Immigrazione, Impresa, Lavoro - Scenari di una Toscana in trasformazione" al quale hanno partecipato gli assessori regionali alla presidenza Vittorio Bugli e al lavoro e formazione Cristina Grieco, il vicedirettore di Irpet Nicola Sciclone, il direttore di Anci Toscana Simone Gheri, oltre a rappresentanti delle associazioni di categoria, dei sindacati e del Terzo Settore.

"Stiamo proponendo una sfida che in realtà è un'operazione di governo – ha detto l'assessore Vittorio Bugli - . Con l'osservatorio sull'immigrazione la scelta che abbiamo fatto è di cominciare a rispondere raccogliendo e analizzando dati. Non impressioni, sensazioni quindi, ma dati raccolti in modo serio, sistematico e rigoroso utile a governare bene le cose nell'interesse della Toscana. Per questo, con IRPET, abbiamo chiamato a raccolta gli istituti di ricerca che da anni si occupano di questo tema a livello nazionale, che sono osservatori di tipo sociale e economico, perché ci sia restituito un quadro chiaro: quanto pesa nel Pil il lavoro degli stranieri".

E sul lavoro, l'assessore Cristina Grieco nel suo intervento ha detto che "bisogna fare sistema per ottimizzare le risorse e questo lo possiamo fare – ha spiegato - proprio tenendo conto dei dati e mettendo in campo politiche sinergiche per l'accoglienza e per l'integrazione ma anche per la formazione, nell'ambito delle politiche attive del lavoro. Perché quando parliamo di mismatching, cioè di difficoltà da parte delle imprese a trovare professionalità, il pensiero corre alle professioni altamente specializzate, ma in realtà c'è difficoltà a reperire anche qualifiche più basse. Quindi, integrare meglio la formazione mettendo insieme le richieste del mercato del lavoro con le politiche formative, è una base di partenza importante".

"L'idea - ha spiegato Nicola Sciclone vicedirettore di Irpet - è quella di tracciare un quadro con tutti i pesi delle varie fattispecie perché ciascuna è portatrice di diverse opportunità o di diverse criticità che vanno ben valutate per ben impostare le politiche del governo regionale. Spesso il termine "straniero" e "immigrato" viene usato senza sapere che questo termine racchiude categorie molto diverse. Ci sono stranieri regolari, che sono circa 408mila; ci sono gli stranieri che stanno nelle strutture di accoglienza, circa 13mila di cui circa12mila quelli nelle strutture di accoglienza organizzate dalle prefetture, e poi ci sono i cosiddetti clandestini con permesso scaduto, o senza permesso o che transitano semplicemente dalla Toscana ma sono diretti altrove. Una stima di questo ultimo spaccato molto variegato è complicata ma si aggira attorno alle 35-38mila unità, cioè l'1% dell a popolazione presente. Di fronte a questi numeri, fare di tutta l'erba un fascio è un errore. Anche fra i regolari ci sono differenze fra chi ha un permesso di soggiorno di lunga scadenza o non destinato a scadenza, cioè il 67% degli extracomunitari, e chi invece ce l'ha soggetto a scadenza e cioè il 33%. Restituire un quadro chiaro è la base fondamentale per iniziare a governare il processo dei prossimi anni".


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