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Attualità giovedì 13 ottobre 2016 ore 17:52

"In Toscana lotta senza quartiere al caporalato"

Reazioni di sdegno di istituzioni e sindacati dopo l'inchiesta della procura di Prato sulle centinaia di migranti sfruttati nei campi del Chianti



FIRENZE — "L'operazione condotta oggi contro il caporalato deve farci riflettere e spingerci a fare tutto il possibile per contrastare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo ovunque si annidi". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. "Dobbiamo proseguire senza sosta nella lotta al caporalato al lavoro nero e allo sfruttamento dei lavoratori migranti - ha aggiunto il governatore toscano - in Toscana non devono esistere zone ''grigie'': l'imperativo è garantire ovunque i diritti dei lavoratori". "Alla procura di Prato e alle forze di polizia - ha poi detto il presidente della Regione Toscana - va il mio ringraziamento per quello che stanno facendo".

Sul fronte dei sindacati, è intervenuta anche Dalida Angelini, segretaria della Cgil Toscana: "Il caporalato è una delle vergogne del nostro Paese. Da tempo ormai noi denunciamo che anche in Toscana è presente, e se le forze dell’ordine portano alla luce le illegalità non possiamo che esprimere apprezzamento”. “Basta con lo sfruttamento dei lavoratori, migranti e non, basta col lavoro nero, basta col profitto senza regole - ha detto poi Angelini - la politica compia ora l’ultimo passo e si approvi definitivamente la legge contro il caporalato, un provvedimento che noi riteniamo molto importante. Come ha detto Susanna Camusso, se dovessero esserci problemi il Governo farebbe bene a mettere la fiducia su quella legge. La fiducia come strumento è stata già usata troppe volte da questo esecutivo, una volta tanto la usino sui diritti fondamentali delle persone”. 

Il segretario generale della Uil Toscana, Francesca Cantini, dal canto suo, ha detto: "Plauso alle forze dell'ordine e alla magistratura che ancora una volta hanno scoperchiato il vaso di Pandora di chi sfrutta il lavoro e rende schiavi altri esseri umani. Il caporalato è una piaga da estirpare che non può trovare cittadinanza in un paese civile". "Il ripetersi di questi fenomeni - ha aggiunto Cantini - deve spingerci a fare una riflessione sull'immigrazione al di fuori di ogni controllo. Gli immigrati, se non sono accompagnati da specifici percorsi di convivenza e di inserimento nel tessuto sociale italiano, sono troppo spesso facile preda di sfruttatori senza scrupoli. Dobbiamo impedirlo, la Toscana non può dare ospitalità a queste forme di schiavismo che credevamo sconfitte dalla storia".


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