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Attualità mercoledì 28 aprile 2021 ore 17:00

Inchiesta Keu: "La Regione è parte offesa"

La seduta di oggi del Consiglio regionale
La seduta di oggi del Consiglio regionale

Lo ha detto il governatore Giani in Consiglio regionale. Approvata una risoluzione che impegna la giunta a verificare la contaminazione dei terreni



FIRENZE — Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani è intervenuto in Consiglio regionale sull'inchiesta Keu della Direzione distrettuale antimafia relativa allo smaltimento illecito dei rifiuti delle concerie di Santa Croce sull'Arno.

Giani ha spiegato che la giunta regionale ha approvato una delibera per costituirsi parte offesa nel procedimento penale della Procura della Repubblica di Firenze.

Il presidente ha aggiunto che secondo lui il Consiglio regionale deve eliminare l'emendamento sulle concerie, votato il 26 Maggio 2020 e per cui è indagato il consigliere regionale Andrea Pieroni. L'emendamento è inserito nella legge 20 del 2006.

Il presidente toscano ha sottolineato che nelle indagini della Dda "non c'è nessun esponente dell'amministrazione regionale a cui viene contestato un coinvolgimento nell'associazione di stampo mafioso" aggiungendo che i filoni delle indagini sono molteplici.

Giani ha inoltre reso noto che il 19 Aprile è stata inviata una lettera al suo capo di gabinetto Ledo Gori per rimuoverlo dall'incarico. Anche Gori è indagato nell'indagine Keu, così come la sindaca di Santa Croce sull'Arno Giulia Deidda.

Dopo l'intervento di Giani è iniziato un lungo dibattito che si è chiuso con l’approvazione della risoluzione presentata dal gruppo Pd, primo firmatario il presidente Vincenzo Ceccarelli, che impegna la Giunta a “proseguire con la massima celerità con tutte le azioni necessarie a verificare se dagli ipotizzati comportamenti malavitosi sia conseguita una contaminazione dei terreni e delle acque in tutti i territori potenzialmente interessati”; a “sostenere le misure e le azioni volte a ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e per l'ambiente dando seguito, in particolare, al lavoro già avviato con i "Tavoli tecnici per la promozione dell'economia circolare mantenendo la commissione consiliare competente costantemente informata”. 

Come illustrato da Ceccarelli, “l’atto è coerente con le comunicazioni svolte dal presidente della Giunta regionale Eugenio Giani e dall’assessore all’Ambiente Monia Monni, anche nella richiesta alla Giunta, in collaborazione con la commissione consiliare competente, di predisporre una proposta legislativa finalizzata a superare le attuali criticità inerenti la disciplina della depurazione delle acque reflue, che abbia come principale obiettivo la modifica dell'articolo 13 bis della legge 20/2006”. 

“Ci aspettiamo che venga ripristinato l’impianto della legge 20 - ha sottolineato il consigliere - per avere impianti misti, che hanno anticipato l’economia circolare”. I correttivi auspicati dovrebbero “superare le osservazioni di legittimità attualmente oggetto del contenzioso costituzionale”, “disciplinare in modo adeguato e rispondente ai principi contenuti nella normativa nazionale l'attività di depurazione delle acque reflue a carattere prevalentemente industriale nonché l'utilizzo dei relativi impianti di depurazione”.

La proposta di risoluzione, infine, impegna a dare “tempestiva attuazione” agli strumenti di promozione della cultura della legalità e a contrastare ogni forma di criminalità organizzata, a partire dal rendere operativo, anche attraverso un rafforzamento delle sue funzioni e il superamento delle maggiori criticità che ne hanno impedito l'attuazione, l'Osservatorio regionale istituito con legge regionale (42/2015).

Hanno votato contro la risoluzioni i gruppi della Lega e di Fratelli d'Italia.  

Respinta la mozione, presentata dalla capogruppo del Movimento 5 stelle Irene Galletti, che impegnava la Giunta a rimuovere l’emendamento approvato lo scorso maggio confluito nella legge 32/2020, impugnata dal Consiglio dei ministri il 7 agosto dello scorso anno.

Bocciato anche un ordine del giorno, sempre presentato dal M5S e illustrato da Irene Galletti, che impegnava la Giunta regionale ad estendere nelle frazioni di Brusciana e Dogana le verifiche chimico-biologiche anche a pozzi e falde adiacenti al manto poiché l’acqua utilizzata nelle frazioni prossime alla strada e nelle attività agricole sarebbe potuta essere inquinata.

Respinto l’ordine del giorno, presentato dal gruppo di Fratelli d’Italia e illustrato da Alessandro Capecchi, che invitava l’esecutivo ad “adoperarsi per disporre una adeguata azione di carotaggio lungo tutto il tracciato della SR 429 per verificare se al di sotto dello strato di bitume e asfalto esterno, siano stati smaltiti illecitamente rifiuti tossici”. Alla Giunta si chiedeva anche, “nel caso i carotaggi confermassero la presenza di materiale inquinante, di effettuare i relativi lavori di bonifica e ripristino della mobilità veicolare nel minor tempo possibile”.

Non è passato anche un successivo atto, presentato sempre da Fratelli d’Italia e illustrato da Alessandro Capecchi, con cui si chiedeva di prevedere “fin dal prossimo bilancio della Regione, la creazione di un fondo di garanzia finalizzato a risarcire tutte le attività che potrebbero aver subito danni irrimediabili dalla presenza di rifiuti tossici sotto al manto stradale della SR 429”. Si chiedeva anche un ulteriore fondo a sostegno delle attività economiche, prevalentemente agricole, che potrebbero trovarsi nella condizione di dover sospendere la propria attività durante il periodo necessario al completamento dell’iter giudiziario della Dda di Firenze”.

Infine, un altro attopresentato dai consiglieri regionali di FdI Francesco Torselli, Vittorio Fantozzi e Alessandro Capecchi, è stato ritirato dopo le rassicurazioni formali chieste al presidente Giani, da parte di Capecchi, in merito alla volontà della Regione di costituirsi parte civile. La delibera di Giunta è del 26 aprile, e con tale atto si dà mandato di procedere alla dichiarazione di parte offesa, propedeutica all’intenzione di dichiararsi parte civile in caso di rinvio a giudizio.


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EUGENIO GIANI SU INCHIESTA KEU
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