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Attualità venerdì 08 settembre 2017 ore 17:00

L'omaggio della Toscana a Riccardo Conti

Nel palazzo del Pegaso la cerimonia funebre per l'ex assessore regionale deceduto due giorni fa. D'Alema: "Perdo un compagno e un amico"



FIRENZE — Riccardo Conti, storico dirigente dei Ds e prima del Pci, è morto a Firenze per una grave malattia. Aveva 66 anni.

Il giorno successivo il Consiglio regionale ha voluto ospitare nel palazzo del Pegaso la camera ardente dove oggi pomeriggio si è svolta la cerionia funebre. Presenti il govenratore Enrico Rossi, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e numerosissimi esponenti del mondo politico e istituzionale toscano. Fra questi Massimo D'Alema e Gianni Cuperlo.

"Riccardo Conti non è mai stato un uomo di potere - ha commentato D'Alema - malgrado abbia dovuto subire certe vicende che lo hanno fatto soffrire. Siamo in tempi in cui si tende purtroppo a una certa cultura che serpeggia e tende a disprezzare la politica e i politici salvo poi riscoprirne le virtù nei momenti più dolorosi, nel momento in cui una persona scompare. Riccardo è sempre rimasto fedele agli ideali della sua gioventù nel corso della sua vita politica. E come accade spesso ai toscani era anche piuttosto tagliente, verace, non è che le mandava a dire".

"Riccardo Conti era un amico, una persona importante per la comunità di cui abbiamo fatto parte insieme, per la sinistra non solo fiorentina o toscane - ha detto invece il deputato del Pd Gianni Cuperlo - Era una persona colta, rigorosa, con una grande passione per la politica, immaginava sempre un'eredità migliore da lasciare a quelli che sarebbero venuti dopo di noi. Riccardo era un combattente ma le sue battaglie le faceva sempre guardandoti negli occhi e con la capacità di sostenere con il ragionamento le sue convinzioni. Mi mancherà".

Anche il presidente della giunta regionale Enrico Rossi ha ricordato con stima e affetto Conti.

"L'impostazione che lui ha dato quando era assessore regionale poi è proseguita - ha dichiarato Rossi - Riccardo nella sua analisi metteva al centro il contenimento della rendita, o quantomeno la regolazione, e su questo aveva già fatto un grosso lavoro con i Comuni. Un'eredità importantissima che ha lasciato è senz'altro sul piano delle infrastrutture, noi stiamo ancora lavorando su un piano da lui predisposto nel Duemila con una serie di opere che sono ancora in corso di costruzione. Riccardo era particolarmente contrario alla piccola Firenze, piccolo-borghese e autoreferenziale, ed era contrario alla 'Toscanina'. Per me che venivo da Pontedera, quindi non dalla Toscana centrale, sentire lui che si rivolgeva in modo così netto contro i suoi localismi è stato uno stimolo, per quanto mi riguarda, verso una sanità toscana di carattere regionale".


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