Attualità giovedì 11 agosto 2022 ore 18:40
Un gomito in 3D per la ragazzina ferita in guerra
A 14 anni è arrivata dall'Ucraina con l'arto gravemente compromesso a seguito di un'esplosione. Adesso potrà tornare alla normalità
FIRENZE — Un gomito in 3D per una ragazzina di 14 anni rimasta ferita da un'esplosione nella sua Ucraina martoriata dalla guerra a seguito dell'invasione del paese da parte delle truppe russe, il 24 Febbraio scorso: il miracolo di tecnologia e scienza è stato compiuto all'ospedale Meyer di Firenze, dove la giovanissima paziente era arrivata nell'Aprile scorso.
La ferita di arma da fuoco era gravissima: le aveva compromesso il gomito e la funzionalità della mano. Nei giorni scorsi la ragazzina è stata sottoposta a un complesso intervento chirurgico che, grazie all'utilizzo della tecnologia della stampa 3D, ha permesso di impiantare una protesi in titanio personalizzata, in modo tale da sostituire la parte di omero distale andata distrutta in seguito all’esplosione.
A entrare in azione è stato un team di chirurghi guidato dal professor Giovanni Beltrami, responsabile dell’Ortopedia pediatrica del Meyer e tra i primi, a livello internazionale, a impiantare su bambini protesi personalizzate, realizzate su misura grazie alle tecnologia della stampa 3D. Ma il graduale ritorno alla normalità che attende questa adolescente è frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto molti operatori del pediatrico fiorentino.
La 14enne era arrivata a Firenze lo scorso Aprile, dopo essere stata trattata d'urgenza nel suo paese natale: “L’esplosione - spiega il professor Beltrami – aveva pesantemente compromesso il tessuto osseo del gomito e i nervi che permettono il movimento delle mani”.
Non è stato possibile procedere subito con l’intervento: i medici del pediatrico fiorentino sono stati costretti a operarla più volte per una infezione profonda resistente a molti antibiotici che si era creata all'interno del tessuto osseo ed alla fine, nel corso dell’ultimo intervento, hanno inserito un blocco spaziatore con delle perle locali, capaci di rilasciare l’antibiotico direttamente sull’infezione.
Il trattamento multidisciplinare, in particolare degli specialisti delle Malattie infettive coordinate dalla professoressa Luisa Galli, si è rivelato determinante per tenere sotto controllo l’infezione e procedere con l’intervento vero e proprio. La Tc preliminare ha permesso di fotografare l'anatomia del gomito sano, per poter ricostruire la parte distrutta in maniera anatomica attraverso l'uso della stampante 3D, capace di costruire una protesi in titanio uguale all’omero lesionato dall'esplosione.
Questa protesi particolare ha un’altra caratteristica che la rende speciale: all’interno è stata realizzata una cavità, in cui sono state inserite altre perle antibiotate che potranno combattere eventuali nuove infezioni. A intervenire sulla paziente è stato anche il team della Chirurgia e microchirurgia ricostruttiva della mano di Careggi, che hanno eseguito una revisione dei nervi coinvolti dall’esplosione, per restituire alla paziente una piena funzionalità motoria futura.
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