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Politica venerdì 17 ottobre 2025 ore 18:40

Regionali, campioni di preferenze ma senza seggio

Da sinistra Stefano Scaramelli, Luca Agresti, Marco Landi
Da sinistra Stefano Scaramelli, Luca Agresti, Marco Landi

Prosegue il dibattito sull'aderenza della legge elettorale toscana alle espressioni di voto degli elettori. I casi di Agresti, Landi e Scaramelli



FIRENZE — Onore al merito, nelle ultime elezioni regionali sono stati campioni di preferenze. Eppure non hanno conquistato alcun seggio e, malgrado la volontà espressa dagli elettori, non siederanno in Consiglio regionale. Sono Luca Agresti di Forza Italia, Marco Landi di Fratelli d'Italia e Stefano Scaramelli di Casa Riformista, i cui casi vanno ad aggiungersi a quelli di Antonella Bundu di Toscana Rossa e di Elena Meini della Lega su cui nei giorni scorsi sul Corriere della Sera l'editorialista Antonio Polito aveva acceso i riflettori.

Prosegue l'analisi dei risultati elettorali dopo l'appuntamento con le urne degli scorsi 12 e 13 Ottobre con le elezioni regionali della Toscana, e si accende il dibattito conseguente che si è aperto sulla legge elettorale toscana rispetto alla sua efficacia quanto ad aderenza alle espressioni di voto dei toscani.

Polito aveva assunto a casi di scuola la mancata elezione della candidata presidente di Toscana Rossa Antonella Bundu e quella della Consigliera regionale uscente della Lega Elena Meini, la più votata nella circoscrizione di Pisa (3.122 preferenze) ma non eletta perché il seggio è andato a Massimiliano Simoni (1.803 preferenze) in quanto inserito nel listino bloccato regionale i cui candidati scattano per primi a prescindere dal gradimento degli elettori.

Antonella Bundu ed Elena Meini

Antonella Bundu ed Elena Meini

Ma non solo.

'Preferiti' ma non eletti

Come anticipato sopra, fra i recordman di preferenze riscosse dagli elettori che però non entrano in Consiglio regionale, oltre a quelli di cui sopra i casi più eclatanti sono quelli di Luca Agresti (Forza Italia), Marco Landi (Fdi) e Stefano Scaramelli (Casa Riformista).

Storicamente impegnato a Grosseto anche ai vertici dell'amministrazione comunale, Agresti nella sua circoscrizione ha incassato 5.826 preferenze. Eppure gli eletti di Forza Italia sono Jacopo Maria Ferri che ha battuto tutti tra le file azzurre con le sue 8.940 preferenze nella circoscrizione di Massa-Carrara e Marco Stella che di voti personali ne ha ottenuti 2.131 ma nella circoscrizione Firenze 1 che, con le altre 3 in cui è suddiviso il capoluogo toscano, fa caso a sé.

La città metropolitana di Firenze, infatti, esprime ben 4 circoscrizioni che alle urne marciano divise per colpire unite in fase di assegnazione dei seggi. I voti incassati in quei 4 collegi, infatti, in prima battuta vengono considerati unitariamente per l'attribuzione di seggi (con peso specifico dunque maggiore rispetto a tutte le altre circoscrizioni) e solo in un secondo momento si procede alla distribuzione di quelli spettanti alla provincia tra le 4 circoscrizioni in cui è suddivisa.

Qualcosa del genere potrebbe aver determinato la mancata elezione di Marco Landi che, pur forte di 5.245 preferenze nella circoscrizione di Livorno, ha dovuto cedere il passo a Jacopo Cellai, capolista nella circoscrizione Firenze 1 che ha incassato sempre molte preferenze ma di meno: 5.015.

Ha giocato a sfavore di Stefano Scaramelli, poi, il ridotto numero di residenti e quindi di elettori nella sua circoscrizione, quella di Siena. Il candidato di Casa Riformista nonché Consigliere regionale e vicepresidente uscente dell'Assemblea toscana ha raccolto 2.856 voti personali, ma non è risultato eletto come lo è stato invece a Pisa per la stessa lista Federico Eligi che invece ha ottenuto 1.798 preferenze.

Fra le pieghe (e le piaghe) della legge elettorale toscana

La legge elettorale della Toscana attualmente in vigore è la numero 51 del 26 Settembre 2014. Modifica quella redatta nel 2004, la numero 25, pensata quando i Consiglieri regionali erano 60 e con punti di caduta circa la rappresentatività modulati su quel numero di eletti.

La necessità di rivedere la legge nel 2014 derivò dalla riduzione a 40 (più il presidente della Regione eletto) del numero di membri del Consiglio regionale. Per conservare gli equilibri col nuovo assetto dell'Assemblea vennero introdotte alcune novità. Fra queste ad esempio la doppia preferenza di genere, con cui il legislatore spinge sulla rappresentatività maschile/femminile fin dalla composizione delle liste e poi nel guidare l'espressione di voto.

Quanto alla rappresentatività territoriale, invece, ognuna delle 13 circoscrizioni ha diritto a vedere eletto in Consiglio regionale almeno un consigliere, in modo da essere rappresentata. Firenze, come detto, è suddivisa in 4 circoscrizioni i cui voti vengono considerati insieme nella definizione degli eletti.

Questione di flussi

C'è poi tutta la questione legata ai flussi elettorali ma anche alla partecipazione al voto, con affluenza che in questa tornata elettorale si è fermata al 47,73%. Secondo le analisi dell'Istituto Cattaneo (anche in allegato qui sotto), ciò tuttavia ha preservato la stabilità nei risultati storici delle elezioni passate. 

"Il voto ai partiti, se si fanno confronti appropriati, è rimasto sostanzialmente stabile, con poche variazioni. FdI ottiene percentuali superiori alle regionali del 2020, quando il riequilibrio interno al CD, a danno della Lega, era ancora in corso. Ma ottiene percentuali pressoché identiche alle politiche 2022 e alle europee 2024", osservano gli esperti. 

"Come era già accaduto in quasi tutte le precedenti elezioni regionali, la Lega perde voti a vantaggio dell’area moderata del centrodestra (Forza Italia, liste del Presidente), a dispetto dell’impegno profuso dal generale Vannacci. Il PD ottiene due punti percentuali in più rispetto alle europee ma la stessa percentuale delle regionali 2020, soprattutto in virtù del maggior tasso di partecipazione alle regionali degli elettori Dem rispetto agli elettori di altri partiti (un fenomeno ricorrente, osservato in quasi tutte le regioni)", è l'analisi.


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