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Cronaca giovedì 20 ottobre 2016 ore 13:30

Schiave del sesso sorvegliate dagli alberi

Servizio di Dario Pagli

Le giovani prostitute erano trattate come macchine da soldi dall'organizzazione albanese smantellata dalla squadra mobile fiorentina. Otto gli arresti



FIRENZE — Erano sfruttate, pedinate e costrette a sborsare fino all'ultimo centesimo guadagnato sulla strada. Arrivavano a dover pagare dai trecento ai cinquecento euro per garantirsi una porzione di strada in cui lavorare. Così vivevano le ragazze albanesi costrette a prostituirsi a Novoli, periferia nord di Firenze. La zona era quella tra via Forlanini e viale Guidoni.

Le più esperte tra loro, cioè quelle con più esperienza delle altre, spesso diventavano a loro volta aguzzine delle più giovani. Proprio dalla denuncia di una ragazza, più volte minacciata dalle altre donne, è partita l'indagine condotta dalla squadra mobile di Firenze sotto la direzione della Procura della Repubblica. Alla fine dell'operazione 'Rashikim' sono stati otto gli arresti, sette in carcere e uno ai domiciliari per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Solo l'obbligo di dimora, invece, per altre due persone ritenute responsabili di favoreggiamento. 

Il sistema di gestione delle ragazze era rigidissimo e garantiva, addirittura con appostamenti sugli alberi, di tenere il conto di clienti e incassi e di impedire che il territorio fosse invaso da altre prostitute concorrenti. Dalle indagini è emerso addirittura che un altro sfruttatore di prostitute abbia pagato per far sistemare le proprie ragazze nella stessa zona. 

Il sistema permetteva addirittura al capo dell'organizzazione, detenuto in carcere albanese, di sapere in tempo reale se le ragazze quando e dove le ragazze si prostituivano. Ora al vaglio degli investigatori ci sono le loro testimonianze, per capire se gli aguzzini si siano macchiati anche di altri reati.


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GIUSEPPE CREAZZO SU ARRESTI PER SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE - dichiarazione
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