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Attualità venerdì 15 luglio 2022 ore 19:20
Grave siccità in Toscana, mappate le zone a rischio ma servono nuovi invasi
Dopo la richiesta dello stato di emergenza è stato effettuato un monitoraggio sui Comuni toscani e lo stato dell’approvvigionamento idrico
FIRENZE — La Toscana attraversa una grave situazione di approvvigionamento idrico e mentre l'Autorità Idrica Toscana monitora costantemente le falde la Regione Toscana sta studiando le procedure che permettano di realizzare il maggior numero di laghi, laghetti e invasi e salvaguardare quelli già esistenti.
Dal quadro del rischio idraulico emerge la massima allerta per l'alveo del fiume Serchio che non alimenta i pozzi di una falda che da sola serve in buona parte Lucca, Pisa e Livorno.
Nelle zone rosse più a rischio rientra anche l'Elba.
L'Autorità Idrica Toscana ha diramato una mappa del rischio con l'obiettivo di monitorare le falde a rischio ed evitare i razionamenti di acqua potabile ma "Si chiede che tutti i Comuni che ancora non lo hanno fatto, che adottino l’ordinanza contro lo spreco di acqua potabile".
La cabina di regia sulla siccità si è riunita per la seconda volta a Palazzo Strozzi Sacrati ed ha preso in esame la necessità di semplificare e snellire la realizzazione di nuovi invasi, da un punto di vista normativo e procedurale.
All’incontro di oggi, oltre ai rappresentati dei settori regionali coinvolti (ambiente, protezione civile, agricoltura, infrastrutture e urbanistica), ad AIT, Anbi e EAUT, sono stati invitati anche quelli delle categorie agricole ovvero Confagricoltori, Coldiretti e CIA, oltre a Cispel. Insieme al presidente Eugenio Giani è intervenuta anche l’assessora all'ambiente Monia Monni.
Il presidente ha spiegato “Vogliamo arrivare quanto prima ad un quadro dei danni che la siccità ha causato e sta causando, in modo da inoltrare al governo la richiesta di emergenza nazionale. In secondo luogo vogliamo arrivare a delle procedure che, al di là del momento attuale, ci permettano di realizzare il maggior numero di laghi, laghetti e invasi e salvaguardare quelli già esistenti. Dobbiamo sburocratizzare il sistema di leggi e regolamenti per consentire al pubblico e al privato di arrivare ad opere che potranno rivelarsi preziose in periodi di siccità. Infine – ha concluso - vogliamo individuare i siti dove ricavare da subito spazi di raccolta di acqua da utilizzare nei momenti di necessità. Il confronto è stato positivo ed insieme alle categorie agricole ci riuniremo per individuare gli interventi strategici”.
“Il tavolo di oggi – ha spiegato l’assessora Monni - si è concentrato soprattutto sul mondo agricolo, che è in grandissima sofferenza e si prevede che lo sarà ancora per un po’, poiché le previsioni meteo non ci sono favorevoli. Abbiamo fatto il punto sia sugli interventi per fronteggiare l’emergenza, da inserire nella richiesta di emergenza nazionale che contiamo di presentare quanto prima, sia sulle richieste dello stato di calamità in agricoltura, per le quali ARTEA ha già aperto la procedura per la loro raccolta”. L’elemento importante è l’istituzione di un tavolo tecnico con tutti i soggetti regionali coinvolti e i tecnici delle categorie agricole, per studiare un piano di semplificazione, sia dal punto di vista normativo che procedurale. “Probabilmente questo ultimo punto – ha proseguito - è anche più importante dato che ci arrivano notizie di tentativi di realizzazione di nuovi invasi che però si incagliano, si rallentano o che vengono abbandonate a causa di difficoltà burocratiche”. Semplificazione dei progetti significa anzitutto una valutazione congiunta dei progetti con tutti i soggetti coinvolti nel campo delle autorizzazioni per eliminare gli ostacoli in modo rapido. “Sui progetti – ha aggiunto Monni -vogliamo impostare un lavoro di accompagnamento per far sì che essi stessi siano valutabili in tempi più rapidi. Rispetto ai nuovi invasi, il presidente ha dato mandato di capire quali possono essere i 4 o 5 che si possono realizzare in tempi brevi e arrivare ad una valutazione insieme ai territori per agire il prima possibile”.
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