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Attualità venerdì 21 novembre 2025 ore 15:16

Suicidio assistito, svolta nel caso di "Libera"

Il Tribunale di Firenze ha ordinato al Cnr di realizzare il dispositivo che permetterà ad una donna toscana di autosomministrarsi in farmaco



FIRENZE — Svolta nel caso di "Libera", nome di fantasia di una donna toscana di 55 anni affetta da paralisi totale dovuta alla sclerosi multipla, che chiede di poter accedere al suicidio medicalmente assistito.

Il Tribunale di Firenze ha ordinato al Consiglio nazionale delle ricerche di realizzare il dispositivo che permetterà alla donna di autosomministrarsi il farmaco. La decisione arriva dopo che nessuna delle aziende inizialmente coinvolte era riuscita a produrre la tecnologia necessaria.

"Di fronte all’impossibilità di reperire la tecnologia - si legge in una nota dell'associazione Luca Coscioni- la Usl Toscana nord-ovest ha presentato ricorso al Tribunale chiedendo indicazioni sui provvedimenti idonei a superare l’impasse". 

I legali di “Libera”, coordinati dall’avvocata Filomena Gallo, hanno individuato nel Consiglio nazionale delle ricerche l’ente pubblico competente e dotato delle tecnologie necessarie a produrre il dispositivo che permetta alla donna di attivare autonomamente l’autosomministrazione del farmaco letale.

Si arriva così all’udienza del 19 Novembre, in cui il Cnr ha confermato la possibilità di realizzare il macchinario, precisando che saranno necessari circa 90 giorni per la sua progettazione e messa a punto.

"Il giudice - spiega l'associazione- ha quindi ordinato all'Asl Toscana nord-ovest di avviare immediatamente la procedura con il Cnr e di sostenerne tutti i costi. Contestualmente, il Cnr è stato nominato ausiliario dell’autorità giudiziaria, ricevendo mandato diretto a predisporre e fornire la tecnologia all’azienda sanitaria entro 90 giorni."

Una volta ricevuto il dispositivo, la Asl dovrà consegnarlo a “Libera” insieme al farmaco, affinché la paziente possa decidere in autonomia se e quando procedere con il suicidio medicalmente assistito

"Ho vissuto una vita ricca di amore, relazioni e significato - ha dichiarato Libera- ma oggi sono imprigionata in un corpo che non risponde più".

"Sono grata al giudice di Firenze - ha aggiunto- ma la stanchezza e la sofferenza hanno superato ogni limite umano. Se in tempi brevissimi non riceverò la strumentazione necessaria sono pronta a ricevere l'aiuto a morire sotto forma di disobbedienza civile. Chiedo che venga riconosciuto il mio diritto a una scelta libera e umana".

“‘Libera’ oggi è stanca, sofferente e in reale pericolo - commenta Filomena Gallo, coordinatrice del collegio di difesa di "Libera" e Segretaria Nazionale dell'Associazione Luca Coscioni: potrebbe andare incontro a una morte improvvisa e atroce, come accaduto pochi giorni fa ad Ancona a una persona malata, morta soffocata mentre attendeva il pieno riconoscimento della sua condizione per accedere alla morte assistita. Per evitare che si ripeta una simile tragedia, stiamo valutando tutte le soluzioni nel pieno rispetto della legge. È una corsa contro il tempo”.


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