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Attualità lunedì 03 ottobre 2022 ore 11:33

Il caro energia spaventa il 36% di artigiani e commercianti

interno di un negozio
Il commercio è uno dei settori nel campione del sondaggio insieme a turismo e artigianato

Tra le piccole e medie aziende nella morsa della crisi energetica ci si prepara ad applicare rincari, a ridurre gli orari o a licenziare



FIRENZE — Rincari, riduzione negli orari dei cicli produttivi, riduzione del personale: è quanto si prarano ad affrontare le piccole e medie imprese, in Toscana e non solo, poste dinanzi alla crisi energetica con rincari in bolletta per luce e gas che fanno lievitare a dismisura i costi di produzione. Ecco che il 36% delle pmi prevede di essere costretto ad aumentare i prezzi finali dei propri prodotti e servizi per sostenere la stangata legata alle utenze di luce e gas.

Il dato arriva da Confesercenti Toscana alla luce di un sondaggio condotto da Swg tra un campione di imprese con meno di 50 dipendenti nei settori di artigianato, turismo e commercio commissionato proprio dall'associazione a livello nazionale. 

Anche in Toscana il caro energia continua a spingere l’inflazione e il grande numero di piccole imprese che costituisce il sistema economico regionale è di fronte ad un bivio: imporre rincari o soccombere. Anche perché il quadro economico è in peggioramento: solo il 10% si aspetta per il trimestre finale del 2022 un fatturato in aumento rispetto al 2021, il 42% si aspetta un risultato stabile mentre il 37% inferiore o molto inferiore all’anno passato.

L’aumento al consumatore non è l’unica strategia introdotta dalle imprese per contrastare il boom dei costi fissi: anche perché, per molte attività, traslare gli importi delle bollette sui prezzi finali vorrebbe dire uscire fuori mercato. Il 26% delle pmi pensa dunque di limitare gli orari di lavoro e di apertura, ad esempio anticipando la chiusura per consumare meno energia. A queste si aggiunge un 6% che pensa ad una sospensione dell’attività nel periodo di bassa stagione. 

Il 18% delle pmi dichiara inoltre di stare valutando una riduzione del numero dei dipendenti. Il 13% si rivolgerà al credito, approfittando dei finanziamenti garantiti introdotti dal decreto Aiuti Ter per pagare a rate gli importi richiesti. Ma c’è anche un 12% che progetta di cambiare gli attuali macchinari ed elettrodomestici con altri a maggiore efficienza energetica.


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