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Attualità sabato 21 marzo 2020 ore 14:55

E' morto Gianni Mura, brivido e goduria per i lettori

Gianni Mura - foto Wikipedia

Il giornalista e scrittore è deceduto per un attacco cardiaco. Pubblichiamo il ricordo di un lettore stregato dalla sua bravura



SENIGALLIA — Gianni Mura, storica firma di Repubblica, ci ha lasciati oggi a 74 anni. Un attacco cardiaco ci ha portato via una delle penne che ho amato di più nel giornalismo sportivo italiano, assieme a Gianni Brera, che di Mura fu maestro ed amico, e Gianni Clerici (oh, Gianni è un gran bel nome!) che è ancora fra noi. 

Di lui mi piaceva leggere di sport, costume, cucina, non era mai banale, e la rubrica "Una settimana di cattivi pensieri" era ogni volta una chicca imperdibile. 

Il ricordo più bello ed emozionante che conservo di Gianni Mura è netto: 27 luglio 1998, Tour de France, si corre la tappa del Galibier. 

Mura, che scriveva di calcio e ciclismo e che ha seguito, godendoseli, una infinità di Tour, pubblica la mattina un articolo in cui analizza la tappa, passo per passo, e prova ad immaginare cosa possa fare Marco Pantani, il Pantadattilo, come lo chiamava lui, per provare a vincere quella corsa. Era una attesa lunga 33 anni, da quando l'ultimo italiano capace di farlo, Felice Gimondi, era arrivato in maglia gialla al Parco dei Principi. 

Eravamo in vacanza, al mare, ma quella tappa non me la sarei persa, e mi preparavo leggendo Mura. Che l'azzeccò tutte, quando, dove e come Pantani avrebbe potuto accendere la miccia e far sua la più grande corsa a tappe del mondo. 

In una giornata di quelle epiche, acqua, freddo e ancora acqua e freddo, Pantadattilo annientò il tedesco Jan Ullrich, che aveva vinto l'anno prima, e andò a prendersi maglia gialla e Tour

Continuai, nei giorni seguenti, a rileggere l'articolo che descriveva l'impresa prima che si realizzasse, e ogni volta era un brivido

Una goduria infinita, e Mura ce la raccontava da par suo, l'aveva "vista" prima

Gianni Mura è stato uno del quale ti piaceva sapere come la pensasse sui diversi argomenti, ne valeva la pena, anche le poche volte che non fossi stato d'accordo. 

Mi manca già, e mi mancherà tanto. Come avrebbe scritto, lui, e Gianni Brera prima di lui, ti sia lieve la terra. E grazie di tutto.

Franco Bonciani


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