Attualità martedì 11 novembre 2014 ore 18:01
Gli assessori a 5 stelle e il "rimborso pendolare"
Delibera della giunta Nogarin: chi risiede fuori Livorno potrà avere l'indennizzo. Il Pd: "Tante parole, e poi?". I grillini: "La norma esisteva già"
LIVORNO — Poco più di 23mila euro per il 2014 e 38mila euro per il 2015 e il 2016. A tanto ammonta lo stanziamento deliberato all'unanimità dalla giunta comunale di Livorno, presieduta dal sindaco a 5 stelle Filippo Nogarin, per rimborsare le spese sostenute per raggiungere la sede istituzionale dagli amministratori (sindaco ed assessori) che non risiedono nel Comune.
Il rimborso, secondo quanto stabilito, sarà di natura chilometrica (pari a un quinto del costo di un litro di benzina super) e varrà anche in caso di “missione”, caso nel quale sindaco e assessori potranno scegliere di utilizzare un mezzo proprio al posto del mezzo pubblico o di quello istituzionale nell'obiettivo comunque, spiega la delibera, "del “contenimento della spesa“.
Ad essere interessati dal provvedimento sono nel dettaglio il sindaco Nogarin (che ha rinunciato all'auto blu e risiede a Rosignano Marittimo) e gli assessori Nicola Perullo (residente a Bra in provincia di Cuneo), Gianni Lemmetti (residente a Pietrasanta in provincia di Lucca), Giovanni Gordiani (residente a Scandicci in provincia di Firenze) e Alessandro Aurigi (anch'egli di Rosignano come il sindaco).
E nonostante la norma relativa al rimborso sia prevista, per gli amministratori comunali, dal Testo unico degli enti locali, la delibera approvata e già entrata in vigore ha fatto sorgere a Livorno più di una polemica. Jari De Filicaia, consigliere comunale del Pd, accusa i grillini di "aver fatto della lotta ai privilegi il loro cavallo di battaglia, ma quando sono loro a beneficiarne tutto cambia” mentre sempre da ambienti democratici si sottolinea polemicamente come "ai pendolari che da Livorno vanno a lavorare a Pisa o Firenze non viene generalmente corrisposto alcun rimborso”.
Parole cui i grillini livornesi replicano con fermezza. Sulla pagina Facebook del meet-up labronico l'accusa viene piuttosto girata ai media accusati di "distorcere il significato della delibera" sottolineando come la legge sui rimborsi “c’era già e non è stata certamente approvata dal Movimento 5 Stelle”. I pentastellati ricordano infine come gli assessori si siano “già decurtati lo stipendio del 20%, il 10 previsto dalla legge e un ulteriore 10 in maniera volontaria".
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