Attualità martedì 13 agosto 2024 ore 15:30
Le arterie cerebrali viste come mai prima d'ora
La Toscana registra il primato nazionale sulla nuova tecnica diagnostica messa a punto all'ospedale di Grosseto. I vasi sanguigni visualizzati in 3D
GROSSETO — Arterie cerebrali visualizzate in 3D per una tecnica diagnostica del tutto innovativa applicata a un paziente con sintomi di tipo confusionale: la prima volta in Italia è avvenuta in Toscana, all'ospedale Misericordia di Grosseto dove il lavoro multidisciplinare ha consentito di effettuare un esame unico a livello nazionale, una Oct (Optical coherence tomography) in un’arteria vertebrale.
"La tecnica innovativa che ha consentito di ottenere un risultato diagnostico di grande interesse. Si tratta di una modalità che viene adottata di norma per gli esami delle arterie coronariche, ma che è risultata particolarmente efficace anche per l‘arteria vertebrale", spiega una nota della Asl Sud Est.
Il caso esaminato, che sarà oggetto anche di pubblicazione scientifica, ha riguardato un 70enne con sintomi simili allo svenimento e allo stato confusionale. Già sottoposto ad AngioTac ed Ecocolor Doppler, necessitava di un affinamento diagnostico ulteriore.
Ebbene: attraverso l’innovativo esame è stato possibile ottenere immagini ad altissima definizione, con un video a tre dimensioni dell’arteria. L’esame è stato effettuato grazie ad un procedimento di blocco del flusso in arteria Succlavia e introduzione di mezzo di contrasto in arteria vertebrale, all’interno della quale era stata introdotta la sonda Oct.
Lo scopo era quello di ricercare lesioni derivanti da placche da mettere in correlazione con la sintomatologia clinica. Ulteriori pazienti da sottoporre a questa nuova modalità interventistica sono già in programma.
L'esame spiegato dagli esperti
"Siamo riusciti a portare il dispositivo all’interno dell’arteria vertebrale, superando molte difficoltà, tra cui anche la necessità di ottenere una stabilizzazione del sistema in un’arteria di grosso calibro e portarsi all’interno della ‘vertebrale’ in modo da studiarne il tratto iniziale", spiega il neuroradiologo interventista Valerio Lunghi che ha eseguito la procedura insieme al dottor Massimo Pieraccini, direttore Radiologia interventistica dell’ospedale Misericordia.
"Questa nuova metodica - sottolinea Manuele Bartalucci, medico della Neurologia di Grosseto - ci ha permesso di prevenire l’insorgere dell’ictus, il tutto è avvenuto con la sinergia dei colleghi del Pronto soccorso che ci danno la possibilità di effettuare ricoveri brevi".
"Il caso studiato a Grosseto - dichiara proprio Pieraccini - evidenzia l’importanza della ricerca che portiamo avanti nel nostro ospedale e l’approccio multidisciplinare della nostra azione, che va dal Pronto soccorso alla Neurologia, passando per la Radiologia interventistica".
"Questo percorso è di tipo collaborativo fra le varie specialistiche - dichiara Dario Marietti, medico del Pronto soccorso dell’ospedale Misericordia - attraverso la ‘stroke unit’ ci permette di incrementare la nostra capacità diagnostica e di utilizzare nuove tecniche endovascolari per poter trattare alcune casistiche importanti di pazienti che prima non venivano trattate a Grosseto".
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