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​Il tram di Firenze, una storia di successo

Nel capoluogo toscano la prima tranvia elettrica era stata inaugurata nel 1890. Oggi le nuove due linee trasportano 35 milioni di passeggeri



FIRENZE — Laddove gli spostamenti delle persone nella realtà urbana sono prevalentemente effettuati con mezzi privati il traffico rappresenta una fonte determinante in termini di inquinamento atmosferico ed acustico. Una delle politiche strutturali possibili per le città è quella della realizzazione di sistemi tranviari.

In diversi paesi europei le reti tranviarie si sono sviluppate già da alcuni decenni, basti pensare che in Francia ci sono circa 900 km di linee tranviarie in 24 città con più di centomila abitanti mentre in Italia siamo ancora indietro. A Firenze, invece, si sta puntando decisamente sul tram.

Nel capoluogo toscano la prima tranvia elettrica fiorentina era stata inaugurata nel 1890, la città nella prima metà del secolo scorso era servita da una rete ramificata, che comprendeva anche numerose linee extraurbane, che dalla città portavano a Prato, Poggio a Caiano, San Casciano, Fiesole, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Casellina, ecc. Il massimo sviluppo del sistema fu raggiunto negli anni ’30 con circa 220 km di rete, il cui smantellamento fu completato alla fine degli anni Cinquanta.

La rinascita del tram a Firenze è stata costellata di fortissime polemiche, di una tambureggiante propaganda contro questo mezzo di trasporto, ed in particolare contro il suo ritorno in Piazza Duomo. Si tratta di una rete tranviaria i cui percorsi sono in sede protetta, riservata cioè esclusivamente al tram, al fine di diminuire e rendere certi i tempi di percorrenza e mantenere ad elevati livelli la regolarità del servizio, una buona rapidità nei collegamenti, una discreta comodità a bordo ed anche una intensità di servizio notevole, avendo una frequenza che varia fra i 4′ nell’ora di punta per arrivare ad un massimo di 12′ nelle ore notturne. Insomma tutti i principali requisiti che un utente richiede per poter usufruire del trasporto pubblico, che diventa così una alternativa vera e possibile, non inquinante, al trasporto privato.

Quando alle due linee già in esercizio si aggiungeranno i tratti in progettazione/realizzazione, la rete tranviaria fiorentina avrà una estensione di tutto rispetto di circa quaranta chilometri.

Il successo di un sistema di trasporto pubblico si basa sui risultati di esercizio, ed in particolare sui viaggiatori trasportati. I dati disponibili sulle prime due linee tranviarie in esercizio sono inequivocabili.

La linea T1 “Leonardo”, a dieci anni dall’inaugurazione si è attestata (a fine 2019, considerando il 2020 un anno anomalo per l’emergenza sanitaria Covid-19) su 25 milioni di passeggeri trasportati in un anno. La linea T2 “Vespucci”, in poco più di dieci mesi di esercizio, sempre nel 2019, ha raggiunto quasi i 10 milioni di viaggiatori. Un dato che parla da solo, se pensiamo che nel 2009, prima della sua entrata in servizio, l’intera rete di linee ATAF (per una estensione di quasi 700 km) trasportava in tutto circa 85 milioni di passeggeri.

E’ indubbio che il servizio di trasporto pubblico su tram abbia determinato uno spostamento modale nei comportamenti dei fiorentini, ed anche dei visitatori della città, e ciò non può non aver prodotto una riduzione del traffico veicolare privato.

Vedi anche https://ambientenonsolo.wordpress.com

Marco Talluri
© Riproduzione riservata


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