Attualità mercoledì 14 gennaio 2015 ore 14:05
Immobili Asl, 700 milioni a rischio degrado
Chiusi i lavori della commissione d'inchiesta. Il presidente Mugnai: "Senza la gestione di un cervello unico regionale il patrimonio andrà perduto"
FIRENZE — Nove mesi di lavoro, 13 volumi di atti e contratti e pianificazioni in arrivo dalle aziende sanitarie toscane, senza contare ovviamente i ritagli di stampa, le interrogazioni presentate negli anni e tutto il materiale variamente pertinente prodottosi dall’aprile 2010 ad oggi. Si sono chusi con questi numeri i lavori della commissione d’inchiesta sulle attività immobiliari delle aziende sanitarie toscane a partire dalla Asl 10.
A tracciare un quadro delle conclusioni, contenute in una unica relazione sottoscritta da tutti i membri, il presidente della commissione Stefano Mugnai (Forza Italia). «Manca un management efficace e ficcante rispetto al mercato, la conduzione delle operazioni immobiliari è incerta e passiva, i tempi di reazione troppo lenti rispetto al mercato e a interessi politici che badano più al consenso elettorale che al vantaggio economico potenzialmente ricavabile dal patrimonio immobiliare: serve un ‘cervello unico’ regionale che gestisca la materia in modo tecnico, svincolato il più possibile dalle logiche politiche. Altrimenti, un patrimonio collettivo da 700 milioni di euro almeno è condannato al degrado o a predazioni. In una parola: al deprezzamento e alla svalorizzazione».
Il lavoro, che si è concentrato soprattutto sulla Asl10 data la vastità del suo patrimonio, ha insomma dato esiti che Mugnai ha definito "preoccupanti" soprattutto per il fatto che "tra tutti i vertici delle Aziende sanitarie toscane che abbiamo sentito in Commissione, Asl 10 in testa, su uno stesso immobile raramente ci sono state ricostruzioni coerenti tra loro".
Simone Naldoni (Pd) ha invece dal canto suo voluto sottolineare con forza l'importanza della relazione finale unica, "con i suoi distinguo, certo, ma che rispettando il mandato istituzionale evita attacchi frontali o difese d'ufficio" andando a delineare "un quadro della gestione complessiva degli immobili da parte delle Asl tutto sommato positivo".
Per Giovanni Donzelli (Fdi) che aveva chiesto l'avvio della commissione d'inchiesta, invece, "la vicenda della gestione degli immobili delle Asl è, nella migliore delle ipotesi, una cialtronata, se non una vera e propria truffa ai danni dello stato" dal momento che "ciò che salta agli occhi è che tutti i protagonisti delle operazioni hanno fatto carriera".
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