
La terra trema in Turchia: il momento in cui il sisma ha scosso l'ovest del Paese e il salvataggio di un uomo intrappolato sotto le macerie

Brevemondo domenica 10 agosto 2025 ore 06:30
Israele-Gaza, Trump-Putin e Bolsonaro

L'occupazione totale della Striscia di Gaza, Trump e Putin s'incontrano dal vivo e le manifestazioni per Bolsonaro finito agli arresti domiciliari
. — Bentornati su Brevemondo. In controtendenza, ripartiamo ad agosto. Per il momento, in questo clima vacanziero, ci occuperemo delle tre notizie principali. Cominciamo.
Netanyahu vuole occupare tutta la Striscia di Gaza
Dopo alcuni giorni dall’annuncio del premier israeliano Benjamin Netanyahu circa l’occupazione completa della Striscia di Gaza, il gabinetto di sicurezza ha approvato il piano a maggioranza dei suoi componenti. Il documento in questione consta di cinque punti che mirano a “concludere la guerra”: disarmo di Hamas, liberazione di tutti gli ostaggi, demilitarizzazione della Striscia di Gaza, presa di possesso del controllo del territorio e installazione di un’amministrazione civile che non sia associata né ad Hamas, né all’Autorità Palestinese.
Al di là delle concrete conseguenze per il conflitto, che vanno dalla recrudescenza delle attività terroristiche di Hamas fino al cessate il fuoco secondo i termini di Israele, le reazioni internazionali sono state diverse. A cominciare da quella del principale alleato di Israele, ossia gli Stati Uniti: quando al presidente Donald Trump è stato chiesto cosa ne pensasse della scelta di Netanyahu, avversata anche da parte del suo esercito, egli ha risposto che tale decisione “spetta a Israele”, senza dunque assumere una posizione chiaramente contraria o favorevole. Il vicepresidente statunitense JD Vance, invece, si è sbilanciato un po’ di più, spiegando come Washington sia “in disaccordo” sulla strategia, ma comunque condivida gli obiettivi del piano.
Alle nostre latitudini le reazioni sono state più forti. Il premier britannico Keir Starmer, per esempio, ha condannato pubblicamente il piano di Netanyahu, definendolo “sbagliato” e verosimilmente desinato ad aumentare lo “spargimento di sangue” nell’area. Ancor più decisa la mossa del cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha invece optato per il blocco temporaneo del rifornimento degli armamenti a favore di Israele. Del resto, in Europa, ancor prima dell’annuncio di Netanyahu, alcuni leader avevano fatto spiegato di considerare il riconoscimento dello Stato palestinese: oltre a Portogallo, Finlandia e Malta, anche il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato di voler procedere in questa direzione in vista dell’assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a settembre.
Giù la cornetta, Putin e Trump si incontrano
Niente più chiacchierate al telefono per il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Trump. Stavolta, infatti, i due si incontreranno faccia a faccia, in una location ancora da decidere ma che, nonostante alcune voci, non dovrebbe essere Roma. Dopo un lungo colloquio tra Putin e l’inviato speciale di Washington Steve Witkoff, il Cremlino ha accettato di organizzare a breve un vertice tra i due. Che, come confermato poi da Trump stesso attraverso un tweet ripreso dalla Casa Bianca, si terrà venerdì 15 agosto in Alaska.
Se ciò dovesse avvenire, si tratterebbe del primo incontro tra un presidente russo e uno statunitense dopo il 2021, quando Joe Biden incontrò Putin a Ginevra, qualche mese prima dell’attacco russo contro l’Ucraina. Le relazioni non sono infatti migliorate neppure con il ritorno di Trump alla Casa Bianca: nonostante i tentativi di quest’ultimo per arrivare alla fine del conflitto, la continua escalation russa ha congelato qualsiasi dialogo, spingendo addirittura Trump a dare del “pazzo” a Putin.
L’incontro tra i due, però, non presuppone almeno per il momento alcun faccia a faccia tra Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dalle parti del Cremlino, infatti, l’ipotesi è stata seccamente smentita, mentre Trump ha fatto sapere di essere disponibile a incontrare i due. In ogni caso, nonostante dalla Casa Bianca fosse filtrata l’intenzione di subordinare l’incontro tra i due presidenti a quello tra Zelensky e Putin, Trump ha spiegato come questo “non sia necessario”, smentendo la sua stessa amministrazione. Da parte sua, Zelensky, in un incontro con il cancelliere tedesco Merz, ha spiegato come nessun accordo sull’Ucraina possa essere raggiunto senza il coinvolgimento di Kiev e senza quello dell’Unione Europea, che “dovrebbe far parte di questo processo negoziale”, ha detto. Si è poi detto contrario, ancora una volta, a qualsiasi possibile cessione di territorio ucraino alla Russia, che Trump aveva invece ipotizzato.
Bolsonaro spacca (ancora) il Brasile
L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, nonostante non ricopra più la carica da oltre due anni, continua a essere un personaggio di primo piano per la politica del Paese sudamericano. In questi giorni, infatti, si sono tenute diverse proteste in suo favore, dopo che il giudice del Supremo tribunale federale Alexandre de Moraes ha deciso di inasprire il regime di arresti domiciliari cui è sottoposto. Già prima di questa decisione, infatti, Bolsonaro avrebbe dovuto seguire una serie di misure che gli impedivano di rilasciare interviste, pubblicare sui social e partecipare a manifestazioni politiche.
Del resto, Bolsonaro, insieme ad altre 39 persone, è accusato di aver partecipato a un tentativo di colpo di Stato nel giorno dell’insediamento dell’attuale presidente brasiliano, Lula. Similmente a quanto era accaduto un paio di anni prima a Washington, durante la proclamazione di Joe Biden come nuovo presidente degli Stati Uniti, a Brasilia alcuni sostenitori di Bolsonaro hanno preso d’assalto le istituzioni federali. Finito sotto indagine, l’ex presidente è stato poi posto agli arresti domiciliari in quanto, secondo i giudici, avrebbe potuto facilitare le interferenze degli Stati Uniti nella politica brasiliana. Così, da parte sua, Trump ha deciso di innalzare i dazi al 50% contro il Brasile e di sanzionare lo stesso giudice de Moraes.
Nelle ultime proteste di piazza, il sostegno a Bolsonaro, guidato dal figlio Flavio, che è un senatore in carica, si è così mescolato al sostegno per gli Stati Uniti e lo stesso Trump al disprezzo di questi elettori verso Lula. Che, invece, continua a criticare duramente il presidente degli Stati Uniti: nei giorni scorsi, ha spiegato anche come non prenderà parte ad alcuna trattativa con Washington per cercare di abbassare i dazi, perché non ha alcuna intenzione di umiliarsi. Non solo: dopo aver chiamato in causa l’Organizzazione mondiale del commercio, Lula ha anche cercato e ottenuto sostegno da India e Cina, con cui vuol fare fronte comune contro i dazi trumpiani.
Il pezzo della settimana
Per il futuro di Gaza, Netanyahu ha fatto riferimento a delle “forze arabe” che, una volta completata l’occupazione israeliana, dovrebbero prenderne il controllo, sostituendo Hamas e impedendo al contempo che possa subentrare l’Autorità palestinese. Ma quali sono queste “forze arabe”? In un articolo del The New York Times ci sono alcune ipotesi. Si legge qui.
La canzone della settimana
North to Alaska. Verso lo Stato più remoto - del nord - degli Stati Uniti, a due passi dalla Russia più orientale. Qui, domani, potrebbe decidersi una buona parte della guerra in Ucraina. Alla prossima!
[VIDEO(1)]
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI