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Cronaca venerdì 09 aprile 2021 ore 18:30

Fabbriche distrutte dal fuoco, ora le aziende hanno paura

VIDEO - Incendio levane - Capannoni Valentino e Lem distrutti dalle fiamme

Indagini in pieno corso sulle cause degli incendi che hanno distrutto in pochi giorni la Lem e la Valentino calzature. Pattugliamenti rafforzati



BUCINE — Arrivando nella zona industriale di Levane è l'odore a precedere la vista. Il vento muove la cenere rimasta sollevando le esalazioni acri del metallo. Nonostante i vigili del fuoco abbiano combattuto le fiamme per tutta la notte, una striscia di fumo continua a salire e indica la scena dell'incendio dove riposa un'enorme cimitero di lamiere. L'area circondata dai nastri dei carabinieri delimita le carcasse dei due stabilimenti che poggiano sotto lo sguardo dei presenti: residenti, curiosi ma soprattutto tanti dipendenti di Valentino e Lem. Hanno le borse sotto gli occhi e guardano nel vuoto mentre cercano di metabolizzare il crollo di una delle poche certezze di questa pandemia da Covid: il lavoro. Le parole sono poche, in questi casi solo il silenzio può esprimere il cordoglio necessario. Ciò rimane di questa tragedia è la resilienza, rappresentata con uno striscione appeso sui cancelli dai dipendenti insieme ad un girasole: "L'unione fa la forza, noi dipendenti siamo tutti con voi, più forti di prima".

I numerosi video girati dalle telecamere di sorveglianza installate nell'area industriale di Levane potrebbero fornire elementi sufficienti a chiarire se c'è un'origine dolosa e soprattutto un collegamento fra il rogo che la notte scorsa ha devastato la fabbrica della Lem, azienda che lavora metalli, e quello che una settimana fa ha raso al suolo lo stabilimento della Valentino calzature. Due enormi incendi scoppiati nel giro di pochi giorni in cui per fortuna nessuno è rimasto ferito ma che hanno generato danni ingentissimi e conseguenze pesanti sull'occupazione: i 200 dipendenti della Lem saranno probabilmente dirottati in altri stabilimenti del gruppo ma i 160 della Valentino calzature sono stati messi in cassa integrazione e sulla ripresa dell'attività produttiva al momento non ci sono certezze.

Sulle cause dei roghi sta indagando la procura aretina  nel più stretto riserbo e le istituzioni locali sono preoccupate: una fabbrica a fuoco è motivo di allarme, 2 in una settimana molto di più. "Nella zona non si sono mai verificati episodi legati a possibili infiltrazioni della malavita organizzata - ha dichiarato la presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai - Spero che la procura faccia chiarezza rapidamente". Già da stasera comunque la sorveglianza delle forze dell'ordine in tutta l'area sarà rafforzata.

L'incendio della Lem ha bruciato anche solventi e altre sostanze chimiche generando una colonna di fumo nero. Nessuna conseguenza nè sulla popolazione nè sui soccorritori.


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